Comunità di S.Egidio


 

05/10/2001


Gruppo di contatto tra le due fedi perch� il dialogo possa restare vivo

 

Imam, cardinali, studiosi si sono lasciati ieri sera dopo due giorni di incontri e discussioni, due giorni trascorsi a cercare il dialogo, un linguaggio comune, un terreno dove coltivare la comprensione. Si sono lasciati dopo un momento di preghiera nel tramonto della piazza di Santa Maria in Trastevere, momento che ha coinvolto centinaia di fedeli. Islamici e Cristiani hanno acceso insieme le candele simbolo della luce, della pace. �E' stato un convegno complessivamente positivo� ha detto ieri pomeriggio durante l'incontro con la stampa Andrea Riccardi, fondatore della comunit� di Sant'Egidio, organizzatrice del vertice fra islamici e cristiani. �La condanna della tragedia scaturita dal terrorismo � stata unanime, senza distinzioni. Islamici e Cristiani sono d'accordo nell'idea di dovere fare uno sforzo per creare una cultura di pace tra la gente e fra i giovani, per cancellare le condizioni che possono creare lo scontro. Verr� creato un gruppo di contatto fra le due religioni in maniera da ravvivare un dialogo che ha bisogno di venire mantenuto vivo e vivace�.

Riccardi ha avvisato che il gruppo di contatto sar� realizzato in brevissimo tempo, che affronter� le questioni impellenti a cominciare dal problema dell'estremismo religioso, che coinvolger� Cristiani e Musulmani, ma non soltanto: ne potranno fare parte anche esponenti di altre religioni, a cominciare da quella Ebraica. �Ma il summit di questi giorni - ha spiegato Riccardi - riguardava esclusivamente Musulmani e Cristiani perch� la tragedia dell'11 settembre ha creato un problema specifico di rapporto fra le due religioni. Non abbiamo voluto escludere la religione ebraica. La comunit� di Sant'Egidio rispetta profondamente gli ebrei e il 14 ottobre, come ogni anno, organizza il pellegrinaggio per ricordare la deportazione degli ebrei del ghetto�.

Volont� di pace da parte di tutti i partecipanti, ma anche la coscienza che non tutti i problemi sono di facile soluzione, che le posizioni dell'Islam sono eterogenee. Ogni stato rappresenta una propria realt� cos� quello che accade in Indonesia � ben diverso dalla situazione della Siria o del Pachistan o dell'Afghanistan. E la condanna verso l'estremismo dei talebani � venuta in maniera chiara e puntuale da parte di Ezzedin Ibrahim, consigliere culturale dell'Emiro degli Emirati Arabi Uniti, il quale ha detto: �Siamo arrabbiati e tristi come voi.

Nessuno pu� approvare il terrorismo. Sono morti nelle torri gemelle di New York cristiani, musulmani, ebraici, uomini di ottanta nazionalit�. E Ibrahim ha aggiunto che �La questione palestinese va risolta, ma � una questione politica. Non c'� inimicizia fra Islam e religione ebraica e neppure fra i popoli musulmani e il popolo ebraico�. Ha preso la parola anche Mar Gregorios Ibrahim, metropolita ortodosso di Aleppo in Siria. Gregorios ha offerto la sua testimonianza di cristiano in minoranza in un paese arabo. Ha detto: �Dobbiamo comprendere che non c'� un Dio speciale per ogni religione, che esiste un solo, unico Dio�. La convivenza � possibile, auspicabile, ogni civilt� � complementare.

Gregorios ha detto che in Siria �Nelle chiese, per le feste cristiane, vengono anche i musulmani o lo stesso accade per esempio con il Ramadan che � rispettato anche dai Cristiani�. �L'impegno primario - ha concluso Riccardi - � quello di portare avanti il dialogo, dialogo fra religioni e con il mondo politico, in ogni caso. Bisogna globalizzare il dialogo. Anche se i cieli si faranno bui le religioni continueranno a parlare�.

Nell'appello finale della Comunit� di Sant'Egidio si legge: �Il mondo ha bisogno di pace e seguendo questo desiderio di pace si sono cercate nel profondo delle nostre tradizioni religiose le volont� e le parole perch� il mondo intero possa essere liberato dalla paura della guerra e possa essere soddisfatta la sete di giustizia di tanti, nella magnanimit� e nella misericordia. Ci rvolgiamo a tutti coloro che uccidono, diffondono paura, terrore e odio, fanno la guerra in nome di Dio. I tanti nomi di Dio non significano mai guerra, ma tutti insieme compongono la parola pace. Mai pi� la guerra. Mai pi� la Paura e la diffidenza verso l'altro. Conceda Dio al mondo intero e a ciascun uomo il meraviglioso dono della pace�.

Paolo Aresi