Comunità di S.Egidio


 

18/10/2001

I romani e gli stranieri
La strategia irregolare

 

La diffidenza pu� essere il primo prezzo pagato al clima di guerra che ci circonda. Naturalmente c�� chi ne paga di pi� le spese e chi meno. Agli immigrati sta arrivando un conto pi� salato. A Roma non abbiamo avuto situazioni estreme come a Torino o a Milano e, tra gli stranieri presenti, musulmani e arabi si sono finora distinti per un basso profilo. Ma c�� in giro un aumento di sospetto, che � il risultato della situazione che si � venuta a creare dopo l�11 settembre. E siamo tutti immersi nella stessa offerta di informazioni e di immagini, anche gli immigrati. Chi scrive ne ha raccolto in pi� occasioni la preoccupazione rispetto al clima che si sta creando. � questione di sguardi, di facce interrogative, nei bar, sugli autobus. Pu� anche succedere, come ha raccontato il Corriere qualche giorno fa, che mentre si fanno pi� controlli alla ricerca di possibili fiancheggiatori del terrorismo, si finisca invece per portare alla luce la faccia �normale�, normale anche se sommersa, del nostro rapporto con gli immigrati: il capannone vicino ad Anzio, con pi� di 70 indiani ammassati e supersfruttati da un agricoltore intraprendente. Venti, trenta milioni al mese solo per dormire e tutti, per definizione, in nero.

A nord, tra Torrimpietra, Ladispoli e Cerveteri, e a sud da Ardea a Nettuno le campagne sono piene di stranieri dal subcontinente indiano che aiutano a mandare avanti l�agricoltura e che sono anche bravi mungitori. Molti sono sikh. Nella zona est, invece, abbondano i rumeni. Rappresentano oggi un perno dell�edilizia romana, nei cantieri e nel piccolo lavoro di restauro. In tanti riempiono i dormitori di fortuna che rappresentano l�unica capacit� imprenditoriale di alcuni romani senza scrupoli. � un mercato del lavoro che c��, � spontaneo, e non produce molti contratti di lavoro. E di certo non a lungo termine. Attorno c�� spazio per i guadagni dei romani. Appena c�� una strettoia, infatti, si apre il mercato nero, e gli immigrati sono un soggetto ideale: quasi nessuno � disposto a offrire una casa in affitto, ma le case sfitte ci sono e i capannoni pure. E i guadagni arrivano.

Contemporaneamente, c�� un�altra Roma. Quella che ha in casa stranieri che sono decisivi per garantire un livello alto della qualit� della vita, per i servizi in casa e i servizi alla persona. Lo sanno le famiglie che vedono i propri anziani invecchiare e vivere meglio grazie a loro, con beneficio di tutti. In tanti sono arrivati a Roma presentati da altri stranieri, che hanno funzionato come referenze. Il visto turistico � stato sufficiente per arrivare. Ma adesso le famiglie vorrebbero regolarizzarli: si stimano, c�� fiducia. Ma non si pu�. E la nuova legge, quando in vigore, render� tutto ancora pi� difficile. Il buon senso dice che invece di creare altre strettoie si tratterebbe di favorire un inserimento dignitoso e di essere duri non verso gli immigrati ma verso chi li sfrutta. La richiesta viene dalle famiglie romane che vivono con gli immigrati non perch� sono fautrici della societ� multietnica ma perch� questi stranieri sono ormai parte della propria casa.

Non � di nessun vantaggio per Roma tenere a vivere come bestie, o nell�irregolarit�, le persone che sono necessarie a mandare avanti settori importanti della vita cittadina: pu� spingere al rancore e di certo umilia la nostra citt�.

Mario Marazziti