Comunità di S.Egidio


 

13/11/2001

A Bin Laden che chiama a raccolta i poveri di tutto il mondo, risponde il fondatore della Comunit� di Sant'Egidio. Che avverte: questo conflitto si decider� nel Terzo mondo. E scommette: da questo scontro fra culture uscir� il nuovo Papa.
Ma la partita si vince in Africa
TUTTE LE CONFESSIONI DEL MONDO.
Due miliardi di cristiani e oltre un miliardo di musulmani: fede per fede, ecco quanti sono i credenti

 

L'incubo della guerra santa. Lo scontro frontale tra Islam e Cristianesimo. Come si evita? Andrea Riccardi, fondatore e presidente della Comunit� di S. Egidio, indica una via d'uscita. E avverte che il prossimo conclave sar� deciso proprio da questo scenario: il rapporto con l'universo musulmano.

Professor Riccardi, siamo solo agli inizi di una lunga spirale di violenze nel nome di Dio?
Purtroppo siamo sull'orlo di una guerra santa e Bin Laden punta a diventare un moderno Che Guevara: verde, dal colore dell'Islam.

Lo aiuta il fatto che i focolai dei conflitti religiosi sono ovunque.
Ma sono conflitti antichi, talvolta secolari, e locali. Bin Laden sta tentando di unificarli in un'unica guerra dei musulmani contro Satana, l'Occidente cristiano. Un disegno su misura per il mondo globale, una vera trappola nella quale non bisogna cadere.

Come si rompe il fronte integralista?
Vedo tre punti di azione. Il primo: un forte impegno a risolvere i conflitti locali, e comunque a non farli allargare. Il secondo: sviluppare il dialogo interreligioso. Il terzo: l'Occidente deve stringere nuove alleanze e riprendere, per esempio, un'iniziativa in Africa. Quest'ultimo � un punto decisivo per l'evoluzione del conflitto.

Perch�?
Mi chiedo: nel mondo polarizzato Islam-cristiani, con chi sta l'Africa? Per me, fa parte della civilt� occidentale; � l'estrema periferia dell'Europa. E ha una dimensione demografica che, come in tutte le guerre, conta.

Ma in questo momento l'Africa ci sembra lontanissima e marginale.
Negli ultimi anni l'Occidente, e innanzitutto l'Europa, ha fatto l'enorme errore di ritirarsi dall'Africa, abbandonarla al suo destino di fame, guerre tribali ed epidemie. Cos� abbiamo rinunciato a un prezioso alleato che, senza un nostro ripensamento, potrebbe perfino finire nella rete di Bin Laden.

Qui pi� che la religione conta la politica.
Con la tragedia dell'11 settembre � diventata chiara l'importanza di una politica religiosa, da parte di tutti gli stati. Nessuno ne pu� prescindere, e noi occidentali abbiamo un grave deficit di conoscenze, di cultura.

Noi avremo trascurato l'Islam, ma nel Rapporto 2000 sulla libert� di religione � scritto che �i musulmani ignorano, nelle loro regioni, la tolleranza e il rispetto delle diversit� di fede�.
All'integralismo dobbiamo rispondere con la forza dei nostri valori: il riconoscimento dei diritti, la liberazione delle donne, la libert� di culto. Sono i contenuti di una politica religiosa e del dialogo tra le diverse fedi.

La Comunit� di Sant'Egidio � uno dei luoghi sacri del dialogo interreligioso. Con la guerra, il vostro lavoro non rischia di ridursi a pura accademia?
Il dialogo interreligioso ci consente di smontare il piano di Bin Laden e fa arrivare la nostra voce in un mondo dove i cristiani sono una minoranza. Spesso perseguitata, e sacrificati sull'altare del benessere occidentale.

Segnali un risultato concreto che avete raggiunto dopo l'11 settembre.
Abbiamo riunito, a Sant'Egidio, diversi leader religiosi islamici. Quando queste personalit� sono tornate nei loro paesi, in alcuni casi hanno scritto delle fatwa per autorizzare i musulmani americani a combattere, con gli Stati Uniti, contro il terrorismo. Cos� hanno dimostrato che questa non � una guerra di religione.

Per�, nelle stesse riunioni, il teologo islamico Yusuf Al Qaradawi ha detto: �Noi rifiutiamo il terrorismo, ma voi non dovete considerare terrorismo la difesa della nostra terra�.
Sono parole che non condivido, ovviamente. Per� il caso della Palestina � emblematico per capire gli spazi di cui dispone Bin Laden con il suo diabolico disegno. Lo sceicco sta tentando di identificare la fede dei musulmani con la causa palestinese: un grave conflitto locale rischia di trasformarsi in un anello della guerra santa.

Vi hanno rimproverato di non avere ancora invitato, dopo l'11 settembre, i rappresentanti degli ebrei.
Non capisco l'obiezione. Sant'Egidio organizza ogni anno �il giorno della memoria�, e io ero l'unico cristiano invitato a parlare durante la recente cerimonia per il rabbino Toaff.

Anche lei pensa che gli ebrei dovrebbero fare una forte autocritica?
Ognuno fa le autocritiche che vuole. Il vero problema � un altro: o impariamo a vivere insieme, oppure siamo condannati a morire insieme. Cio� alla fine del mondo. Le Torri gemelle rappresentano una moderna arca di No�: dentro vi erano uomini e donne di tutte le religioni. Morti insieme.

� vero che i musulmani vincono grazie alla loro fortissima spiritualit�?
Il Cristianesimo non si ridurr� a una ristretta minoranza. Certo, con l'11 settembre esplode l'illusione di vivere in un mondo popolato in larga parte dai buoni occidentali. E arriva al capolinea la febbre degli anni Novanta, una lunga belle �poque ispirata alla divinit� del mercato e dello sviluppo globale.

Fino a che punto l'Islam pu� essere considerato una religione per i poveri?
Anche questa equazione fa parte del disegno di Bin Laden. Confortato dal precedente di Khomeini, e dalla crisi del marxismo che ha aperto lo spazio per una specie di teologia della liberazione. Poveri contro ricchi. Non a caso, mi hanno riferito di alcune manifestazioni di massa a sostegno di Bin Laden, in America Latina e in Africa, dove sfilavano anche i cattolici.

L'abisso della guerra di religione non segna anche la sconfitta di Giovanni Paolo II che ha speso una buona parte dei suoi 23 anni di pontificato per il dialogo interreligioso?
Questo � il Papa che, con il dialogo e non solo con la forza, ha gi� sconfitto un potente avversario: l'impero comunista, dove i cristiani erano perseguitati.

Vince su Marx, ma perde con l'Islam.
La partita � ancora lunga. Il Papa cristiano la affronta con una sostanziale differenza rispetto agli anni della persecuzione comunista.

Quale differenza?
Nelle nazioni dell'Est, il Papa si sentiva il rappresentante del paese reale contro una nomenclatura al potere. Oggi, in gran parte dei paesi musulmani, i cristiani non arrivano al 2 per cento della popolazione e in Medio Oriente sono all'8 per cento. Betlemme, un tempo citt� di arabi cristiani, adesso � in larga parte musulmana. Siamo una minoranza, spesso condannata per motivi religiosi a essere cittadini di serie B.

La tragedia dell'11 settembre come condizioner� il prossimo conclave?
Il rapporto con l'Islam sar� un problema centrale per il futuro della Chiesa cattolica. E avr�, quindi, un peso determinante anche nel prossimo conclave che dovr� fare una scelta.

Quale?
La scelta tra quanti, anche nella Chiesa cattolica, spingono per le nuove crociate, e quelli che sono ancorati, con realismo, al dialogo tra le religioni e le fedi. Il nuovo Papa sar� l'espressione, forse sorprendente, di questa scelta.

Antonio Galdo