Comunità di S.Egidio


 

13/11/2001

Il dialogo al centro dell'appuntamento organizzato dalla Comunit� di Sant'Egidio
Preghiere per tutte le fedi nel pomeriggio della pace

 

Ci saranno anche immigrati, di diverse fedi religiose, questo pomeriggio, nella chiesa dell'Annunziata, alla preghiera per la pace promossa dalla Comunit� di Sant'Egidio. Un incontro nato proprio come momento di condivisione e dialogo tra popoli diversi, nello spirito della comunit� alle Marted� 13 novembre 2001, alle ore 19.15, a Genova presso la chiesa. �Questa preghiera - spiega Doriano Saracino, uno dei responsabili del gruppo - si inserisce nel pi� ampio lavoro svolto dalla Comunit� di Sant'Egidio per la pace nel mondo (vedi scheda allegata), ed � la prima risposta che noi vogliamo dare in una situazione in cui le prospettive future paiono quanto meno incerte. Inoltre, trovarsi insieme nella preghiera ha un valore per tutti, di testimonianza, di impegno di risposta a chi vorrebbe che prevalesse la paura e la chiusura.

Per questo noi vogliamo offrire questo momento come una pausa di riflessione e di ascolto, anche per chi, da laico, si vuole interrogare su quanto oggi tutti noi stiamo vivendo�.

Alla preghiera parteciperanno inoltre alcuni rappresentanti di "Genti di pace" movimento internazionale di immigrati, presente in varie citt� italiane ed europee. E, in occasione della preghiera la Comunit� ha preparato anche un documento in cui si ricorda che �la guerra � madre di tutte le povert�. La Comunit� - si legge - � persuasa che, oltre agli appelli e a una continua educazione alla pace, � possibile lavorare concretamente per la pace, senza timore dei propri deboli mezzi. Tale debolezza, cio� la mancanza di potere politico, economico o militare, pu� trasformarsi in una forza: forza morale, che cerca di trasformare l'uomo dal di dentro, e renderlo pi� giusto, pi� misericordioso.

E' una forza debole che pu� aiutare la pace. Se � vero che dopo la fine della guerra fredda in molti possono provocare la guerra, � anche vero che tutti possono lavorare per la pace: questo � dentro la nostra esperienza. La guerra � percepita come male estremo, come madre di tutte le povert� fin dall'inizio. Questa coscienza diviene sempre pi� viva con il passare degli anni, quando la comunit� raggiunge con la sua presenza molti paesi, in particolare in Africa. Del resto la Chiesa e i papi hanno maturato, lungo tutto il Novecento, una profonda consapevolezza sulla guerra come �inutile strage� (Benedetto XV) o come �avventura senza ritorno� (Giovanni Paolo II).�