Comunità di S.Egidio


 

18/11/2001

E� stato ricordato l�incontro di Assisi del 1986
Raccolti in preghiera per la pace

 

Il grande crocifisso dell�abside di San Michele in Foro ha abbracciato nei secoli generazioni e generazioni di cristiani, come quelli che gioved� scorso si sono riuniti nella chiesa per fare memoria della straordinaria Giornata Mondiale di Preghiera di Assisi del 27 ottobre 1986, quando Giovanni Paolo II convoc� i leaders delle grandi religioni mondiali per pregare assieme, l�uno accanto all�altro, per il dono della pace. All�origine dell�iniziativa - una Preghiera Ecumenica per la pace presieduta da Mons. Bruno Tommasi, il Pastore valdese Domenico Maselli e il prete ortodosso rumeno Padre Petre Coman - la Comunit� di Sant�Egidio e l�Ufficio per l�Ecumenismo dell�Arcidiocesi di Lucca: cattolici, protestanti, ortodossi, insieme per invocare da Dio il grande dono della pace in questo momento storico di particolare gravit�. �Abbiamo voluto rispondere in questo modo - ha spiegato Lino Paoli, della Comunit� di Sant�Egidio - al disorientamento di queste settimane. Molte voci e interpretazioni, infatti, girano in questo periodo. Alcuni interpretano questi terribili avvenimenti come il segno di uno scontro di civilt� e di religione, cio� del mondo cristiano-occidentale con l�Islam o, pi� semplicemente, dell�Islam e del Cristianesimo. Si � sentito parlare della religione e dello stesso nome di Dio come origine, terreno di coltura, della violenza e dell�estremismo, favorendo un atteggiamento di diffidenza nei confronti della stessa vita religiosa�. Ma le religioni non vogliono la guerra, vogliono la pace. Altro � utilizzare le religioni per giustificare, con mezzi violenti che mirano a piegare la fede, nazionalismo e rivendicazioni etniche (come anche economiche). C�� un modo nuovo e antico al tempo stesso di intendere la pace, ha sottolineato l�arcivescovo Tommasi: quella che si danno gli uomini (dalla pax romana al nuovo ordine mondiale) e quella che viene dal Vangelo (questa � inesauribile). Tra le due � sempre pi� decisiva una dialettica, attraverso il vissuto concreto dei cristiani chiamati a uscire dalla pace psicologico-sentimentale. Per Padre Coman � il Vangelo l�ermerneutica definitiva della pace: �I progetti di Dio non sono di sventura � ricorda padre Coman � ma la crescita umana attraverso il Vangelo consente all�uomo di liberarsi dal suo compagno di strada: il male�. E allora la pace diventa sinonimo di giustizia tra i singoli e quindi tra gli Stati. �I singoli � ha detto Domenico Maselli � hanno vissuto di accomodamenti e figli sono arrivati ad ammazzare i genitori�. Su un piano pi� generale negli anni �60 il 30 per cento dei popoli possedeva il 70 per cento dei beni del mondo. Oggi la forbice si � allargata e il possesso dell�80 per cento dei beni della terra � in mano soltanto al 20 per cento delle nazioni. Una situazione davvero ingiusta, su cui si sente il lamento della sapienza evangelica: �Chiediamola - conclude Maselli - anche per i potenti�.

Michele Brancale