Comunità di S.Egidio


 

15/12/2001


Un canto antico che fa ritrovare Natale

 

Ci lamentiamo sempre,e molte volte con pi� di una ragione,perch� i programmi della televisione sono �deficienti�, come ha suggerito la moglie del Presidente della Repubblica, perch� il nostro tempo � travolto dalla fretta, da incombenze quotidiane e ansie, molte volte giustificate e molte volte no, che in definitiva ci sottraggono lo spazio della meditazione e del pensiero.

Nei giorni di festa, quelli natalizi, questa angoscia del tempo che passa e ci distrae, paradossalmente � pi� forte: la corsa agli acquisti, il danaro che gira o non gira, l�esaltazione di tutto quello che col messaggio cristiano non ha nulla a che vedere.

Dunque, � stata una sorpresa vera, in questo senso, la visita di qualche sera fa alla basilica di Santa Maria in Trastevere. Me ne aveva parlato, gi� varie volte, un caro amico, Gino P., che di mestiere si occupa di finanza, fra Milano e Londra, pur vivendo Palestrina. �Vieni�, m�aveva detto, con la convinzione di chi ti invita in un posto �sicuro�.

Ora, che succede, alle otto e mezza in punto, tutte le sere, in quella magnifica chiesa di quella stupenda piazza romana? Succede che, a cura della Comunit� di Sant�Egidio, si cantano i salmi. Poi, dopo una brevissima meditazione sui salmi cantati,si va a casa. Il tutto, dura mezz�ora.

Vorrei dire, adesso, che l�altra sera faceva freddo. La gente entrava in chiesa come si entra in chiesa quando fuori fa freddo.I Salmi cantati erano il 144 e il 145 di David. Quelli, nei quali ci sono queste parole di conforto: �Il Signore � vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero�. La melodia, con la quale era sostenuto il canto, non aveva nulla a che fare con quelle canzonette da quattro soldi che purtroppo si odono nelle messe, ma il timbro di una melodia antica e bellissima. E tutti cantavano le parole di David: anche quelli che, all�inizio, pensavano di assistere soltanto e di starsene zitti. E c�era una grande tensione spirituale, nel canto. E poi si alzarono tre vescovi iracheni e, molto simili a tre re magi, impartirono una composta benedizione in caldeo. Fuori faceva freddo: e sembrava un momento natalizio.