Comunità di S.Egidio


 

16/12/2001

Il fondatore della Comunit� di Sant'Egidio: momenti per incontrare e farsi incontrare
�Un vero vescovo tra la sua gente�
Riccardi: ha reso il legame con la citt� molto pi� di un titolo
�Lo ricordo nel '78 alla Garbatella seduto su una sedia dell'asilo che chiedeva: e voi chi siete?�

 

�Ricordo la prima visita alla Garbatella, 23 anni fa. Noi della Comunit� di Sant'Egidio avevamo l� una scuola materna. Quando il Papa quel giorno pass�, lo chiamammo e lui fece fermare la macchina. Scese, venne da noi, e seduto sulle seggioline dei bambini dell'asilo disse: "Raccontatemi un po', voi chi siete?". Lo avvertimmo subito come un vescovo desideroso di conoscere la sua gente�. Torna con la memoria al 3 dicembre 1978 lo storico (e romano) Andrea Riccardi. Ritrovando in quell'istantanea un filo rosso che continua fino ad oggi.

Professor Riccardi, che significato hanno nel pontificato di Giovanni Paolo II queste 300 domeniche mattina in parrocchia?
�� una consuetudine che era gi� stata inaugurata da Giovanni XXIII e continuata da Paolo VI. Solo che fino ad allora questi incontri avevano avuto un carattere simbolico. Con Giovanni Paolo II, invece, sono diventati un contatto sistematico del Papa con la sua diocesi. In queste visite lui si muove proprio come un vescovo. Da pastore, ma anche in maniera molto personale, vuole incontrare la sua Chiesa e la sua gente. Ed � molto aperto all'ascoltare. La sua non � una visita rituale. Lo si vede anche dall'articolazione che ha dato a questi appuntamenti: prima incontra i preti che operano in parrocchia e poi si reca in quella comunit�.

Che Papa si incontra in parrocchia?
�Non � il Papa delle folle oceaniche; � il Papa del quartiere. Vuole veramente incontrare e farsi incontrare. Si ferma con gli anziani, si lascia interrogare dai bambini. Vuole conoscere i movimenti che esistono nella parrocchia. Non � il Papa che entra in chiesa e parla, come succedeva per le visite di papa Giovanni. Wojtyla � il vescovo che si immerge nel piccolo. Sa che questa � la sua gente, il suo popolo. Uno potrebbe chiedersi: "Perch� il Papa perde tanto tempo con queste persone?". La risposta � che per lui non � affatto una perdita di tempo. � l'uomo della domanda: chiede, vuol sapere. Ed � proprio questa sua grande curiosit� umana che diventa comunione con la gente. Non astratta, ma affettiva. La stessa comunione che poi sfocia nella liturgia: durante la Messa questo Papa capace di disperdersi in mezzo alla gente del quartiere, viene riconosciuto come uomo di preghiera�.

Ma dopo che il Papa � passato cosa resta?
�Restano i ricordi di chi lo ha incontrato. Il fatto che tanti domani possano dire: "Io l'ho visto", "Mia mamma mi ha messo in braccio a lui quando ero bambino"... � un contatto diretto, un senso di famiglia che ti fa avvertire che a Roma il Papa c'�. � credo che questo discorso, che vale un po' per tutta l'Italia, dia un'impronta particolare al nostro cattolicesimo. Poi, certo, di queste visite restano le parole, le indicazioni del Papa. Tenendo per� presente che Giovanni Paolo II non ha l'ossessione di dare in ogni situazione una direttiva. La sua vera preoccupazione � essere cristiani insieme. E rafforzare la comunicazione del Vangelo. Proprio per questo tante comunit�, dopo averlo accolto, hanno ritrovato il gusto della missione�.

Il Papa sottolinea il legame tra queste visite in parrocchia e il suo ministero universale.
�Mi ha sempre colpito che in tutto il mondo Wojtyla si presenti come il vescovo di Roma. In chiave ecumenica � un fatto importantissimo: spiega bene che lui non � un super-vescovo, ma il vescovo di Roma che esercita il suo primato. E Giovanni Paolo II ha voluto che questo non fosse un semplice titolo, ma una realt� effettiva e affettiva. In questi anni ha fatto davvero il vescovo di Roma: trecento visite sono trecento mezze giornate, trecento incontri con i preti. Poi c'� il suo legame con la citt�: lui fa spesso questo gioco di parole Roma/amor. E questa sua attenzione la gente la coglie. Non � il Papa che scende nella parrocchia per concedersi alla base o per un pio esercizio di piet�. Veramente c'� il ritrovarsi con i suoi. Con un tono che non ha nulla di solenne, ma � molto reale�.

Giorgio Bernardelli