Comunità di S.Egidio


 

27/12/2001


I piccoli Rom a Sant�Egidio
La comunit� ospita gli zingarelli in occasione del Natale

 

Romano ha undici anni. La sera della vigilia di Natale, mentre la citt� si preparava a celebrare o a festeggiare, nella sua roulotte � la campina � la bombola di gas ha preso fuoco. Suo fratello Fiorello di due anni e mezzo � all�ospedale. Nicolas l'ultimo arrivato della famiglia, di un mese, � morto. Il giorno di Natale non � stata una festa per la famiglia di Romano: la tradizione Rom impone che per tutto il tempo del lutto, che dura quaranta giorni, siano vietate la musica, la televisione, le feste.

Ma alla sera del venticinque, come sono abituati ormai da anni, i bambini e ragazzini Rom dei campi della Foce e di Molassana si sono riuniti assieme ai giovani della Comunit� di Sant�Egidio per festeggiare assieme il Natale. Nei locali adiacenti alla basilica dell�Annunziata c�� stata una ricca cena, molti canti e naturalmente Babbo Natale. "Per molti di questi bambini � una consuetudine ormai � spiega Giordano Pupo, responsabile della Scuola della Pace di Sant�Egidio � e questo vale anche per Romano con cui esiste un rapporto e un�amicizia che coltiviamo da anni con fedelt�. Anzi a maggior ragione questa festa ha un significato particolare per lui che ha chiesto con insistenza di poter stare accanto ai suoi amici, portando sempre nel cuore il ricordo del suo fratellino.

La Comunit� conosce la sua famiglia da vent�anni, abbiamo visto crescere sua mamma, le siamo stati vicini in questi momenti di dolore". E ha proprio l�aria di sentirsi protetto, Romano, mentre con una faccia da duro prende il suo regalo da un ragazzo vestito da Babbo Natale. Poi torna a sedersi e la sua espressione si scioglie mentre si lascia coccolare da una giovane volontaria.

Sono almeno una cinquantina i bambini presenti alla cena e pochi meno i volontari. Evidentemente tutti si sono impegnati per vestirsi il meglio possibile per la festa. Le ragazzine in particolare indossano lunghe gonne e sorridono vezzose ai complimenti delle loro amiche pi� grandi. "La cena di Natale � un momento attesissimo da tutti questi bambini � chiarisce Giordano Pupo � le bambine pi� grandi si sono dovute vestire in fretta perch� erano appena tornate da chiedere l�elemosina. Ma questa festa non � un momento estemporaneo: � la conclusione di un lavoro quotidiano che dura da anni nella nostra Scuola della Pace. E� un impegno per la sensibilizzazione verso gli altri e verso il mondo ed � anche una risposta alla convinzione diffusa secondo cui con gli zingari non si pu� far niente".

Al momento del brindisi si rievocano le iniziative dell�anno. Saban, di prima media ricorda: "una volta al mese durante la merenda tutti noi diamo un po� dei nostri soldi per aiutare un bambino della Costa d�Avorio. Si chiama Mustaf� e lo abbiamo adottato a distanza". E� con orgoglio che proclama "� la Scuola della Pace dei Rom che gli paga la scuola".

Sergio Casali