A distanza di 15 anni dal 1986, Giovanni Paolo II ritorna ad Assisi insieme ai leader delle Chiese cristiane e delle grandi religioni per pregare per la pace.
In questi anni il mondo � molto cambiato. Non c�� pi� la "guerra fredda" tra gli imperi che si contendevano il controllo sul mondo, mentre incombeva la minaccia della bomba atomica.
Oggi l�impero dell�Est � scomparso, ma il mondo non ha trovato ancora la pace. In intere regioni la situazione � molto confusa. Ci sono forze oscure minacciose, dal terrorismo alle internazionali del crimine. Circolano armi temibili, anche atomiche, spesso al di fuori di ogni controllo. Serpeggia l�inquietudine tra i popoli, mentre si accendono fondamentalismi di ogni tipo, anche religiosi. Le grandi religioni sono spesso sottoposte a pressioni, perch� consacrino identit� nazionali contrastanti. In tanti vorrebbero usarle per farsi la guerra.
Lo scenario � tanto cambiato in questi 15 anni. Non provo nostalgie per il passato, ma non mi nascondo le inquietudini per l�avvenire.
La situazione � certamente ancora pi� complessa dopo l�11 settembre. C�� una guerra in corso. Ci sono gravi minacce terroristiche. Continua la guerra (da pi� di mezzo secolo) in Medio Oriente. Troppi popoli del mondo versano in condizioni di grave povert�. Bisogna rifondare le basi della pace per il secolo che viene.
Ed � proprio in questo tempo difficile che Giovanni Paolo II ha invitato a salire ad Assisi per pregare. Gli saranno a fianco tanti uomini e donne di religione, tra essi il patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo, con altri primati d�Oriente. � il segno di una preoccupazione per la pace che � condivisa.
Giovanni Paolo II, soltanto pochi giorni fa, ha detto con franchezza: �Non lasciamoci sopraffare dalla durezza di questi tempi. Apriamo piuttosto il cuore e l�intelligenza alle grandi sfide che ci attendono�.
C�� il rischio di essere sopraffatti, rassegnati alla guerra e al presente. Invece bisogna essere capaci di progettare un futuro migliore, pi� pacifico, meno ingiusto, in cui sia bandita la guerra, madre di tutte le povert�.
Ci sono tante attese. Soprattutto, c�� un popolo di credenti, che spera e crede nella pace. In questi 15 anni ho seguito tutti gli Incontri tra gente di religione diversa, promossi dalla Comunit� di Sant�Egidio nello spirito di Assisi: Roma, Varsavia, Bruxelles, Gerusalemme, Bucarest, Barcellona�
Sono solo alcune tappe di un cammino che, anno dopo anno, ha manifestato una grande crescita di maturit� tra i credenti soprattutto nell�amore per la pace e nel rispetto dell�altro.
Ho visto credenti aprirsi alle ragioni dell�altro, liberarsi dalle tentazioni nazionalistiche o fondamentaliste. Ci sono ancora grandi problemi nel mondo, ma milioni di uomini e donne di fede non si sono rassegnati al male, alla cultura del disprezzo, all�assenza di libert�. Questa � una realt�.
All�inizio del 2002, la preghiera di Assisi (gli uni accanto agli altri, non gli uni contro gli altri) d� voce alla volont� e alla speranza di bene che � nel cuore di tanti. Nella nuova iniziativa di Giovanni Paolo II pulsa l�amore per la pace della Chiesa cattolica, che ha animato i Papi del Novecento. � un amore che nulla ha in comune con il sincretismo a buon mercato o con l�ottuso fondamentalismo. Ma sgorga forte e genuino dalla fede in quel Signore Ges�, che ha detto: �Beati i miti perch� erediteranno la terra� (Mt 5,4). I cristiani, divenuti miti, si rivelano pi� forti. Non si tratta di una forza violenta, ma di quella forza umile con cui ogni giorno perseguono la pace. Pi� ascoltiamo il Vangelo, e pi� comprendiamo che solo la pace � santa.
Bisogna allora essere forti e credere: la pace � davvero possibile! La pace � anche un dono di Dio: per questo lo chiediamo con fede e insistenza.
Andrea Riccardi
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