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24/01/2002 |
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E' viva davanti ai miei occhi la memorabile giornata del 27 ottobre dell'86, quando per la prima volta con i rappresentanti delle grandi religioni mondiali ci ritrovammo ad Assisi per invocare la pace. Era ancora il tempo del mondo diviso in due blocchi. Giovanni Paolo II aveva da pochi mesi visitato la Sinagoga di Roma, un gesto che abbatt� un muro bimillenario. Quel giorno la storia tra l'ebraismo e il cristianesimo prendeva una forte accelerazione. Il nuovo incontro di Assisi di quest'anno giunge in uno scenario mondiale diverso da quello dell'86. Tuttavia conserva intatta la sua attualit�, direi la sua necessit�. Non si tratta di appiattirsi gli uni sugli altri; ciascuno conserva intatta e integra la propria fede, e ciascuno prega secondo la propria tradizione. Ma le religioni non devono scontrarsi. E gli uomini di religione, quando pregano, comprendono meglio il bisogno e la ricchezza della pace. In tal senso le religioni possono e debbono aiutare gli uomini e le donne ad incontrarsi, a convivere, ad aiutarsi per costruire un mondo pi� giusto. E' questo il segreto dello "spirito di Assisi". Le manifestazioni in favore della pace, puntualmente organizzate sulla scia di quella storica Giornata di Assisi del 1986, hanno offerto un'occasione utile ai rappresentanti di tante fedi di incontrarsi e di parlare di pace e di armonia superando i conflitti ed i contrasti di ordine politico. Non poco significativi sono stati gli incontri organizzati dalla Comunit� di Sant'Egidio, anno dopo anno, perch� lo "spirito di Assisi" restasse vivo, anzi si allargasse. Ad alcuni di essi io stesso ho potuto partecipare constatando di persona la loro utilit�. Da questi incontri sono nati, tra l'altro, rapporti di stima e di amicizia sincera sul piano personale che hanno coinvolto numerosi membri delle diverse comunit� anche se appartenenti ad ambiti culturali e religioni diversi. Da parte ebraica si � ammirato lo slancio disinteressato che ha sempre animato, ad esempio, i membri della Comunit� di Sant'Egidio nel venire incontro alle esigenze di ogni individuo di qualunque fede e provenienza, riconoscendo cos� nell'altro un essere creato ad immagine e somiglianza di Dio. Da quando la Comunit� di Sant'Egidio ha cominciato ad operare un rapporto di simpatica e di reciproca comprensione, si � instaurato fra le due parti un rapporto che si � tradotto in rilevanti attivit� sia sul piano sociale che culturale; basti pensare agli appuntamenti annuali per il 16 ottobre, data fatidica che ricorda la tragica deportazione nazista degli ebrei di Roma, che vede raccolti tanti individui per riaffermare la volont� di non dimenticare l'Olocausto degli ebrei. Insomma, il dialogo interreligioso � estremamente importante. E oggi lo � ancor di pi�. Tutte le religioni sono chiamate a guardare avanti e a lasciarsi alle spalle diatribe di carattere teologico ed esegetico per tener presenti davanti agli occhi le reali esigenze del mondo, dei popoli e dei singoli individui. La giornata di Assisi dona a tutti visioni di pace. Dobbiamo custodirla e viverla nella vita di ogni giorno.
Elio Toaff
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