Comunità di S.Egidio


 

26/01/2002


Un corteo di fedeli uniti per la pace
Successo della cerimonia organizzata dalla comunit� di Sant' Egidio
Presenti rappresentanti delle varie comunit� religiose locali e bambini stranieri

 

LIVORNO. Mercoled� scorso si � conclusa con una cerimonia interreligiosa la giornata di preghiera per la Pace, organizzata dalla Comunit� di Sant'Egidio in collaborazione con la Diocesi di Livorno. Dopo aver pregato in luoghi diversi, gli uni accanto agli altri per chiedere la pace ciascuno secondo la sua tradizione religiosa, i partecipanti si sono riuniti in un unico corteo che ha riempito Via della Madonna di musiche, luci e parole di pace. La cerimonia finale ha visto sul palco insieme cristiani, ebrei, musulmani, baha'i e soka gakkai. Per il Comune di Livorno ha portato il suo saluto il Vicesindaco Paola Bedarida che ha sottolineato l'importanza e la ricchezza della convivenza tra persone diverse, che si realizza da sempre nella nostra citt�.

Nel corso della cerimonia Irene Marrapese, della Comunit� di Sant'Egidio ha letto l'appello di pace che � poi stato firmato dai rappresentanti religiosi e civili. Ecco il testo dell'appello: �In questo tempo cos� difficile, agitato da forti e freddi venti di guerra, uomini e donne di religione diversa, e di diversa provenienza, ci siamo riuniti per invocare da Dio il grande dono della pace. Siamo stati raggiunti dal dolore dei popoli in guerra, dei poveri, delle vittime dell'odio. Non vogliamo lasciare soli i popoli in una globalizzazione che non riesce a garantire valori autentici, accoglienza ai profughi, giustizia al Sud povero del mondo, sicurezza di vita e convivenza pacifica tra etnie e popoli diversi. Non vogliamo lasciare soli i popoli vittime della guerra, che � la madre di tutte le povert�, delle malattie, di un presente senza prospettive. Sentiamo il loro destino decisivo per l'Europa e il mondo. Non vogliamo lasciare i giovani orfani della speranza in un ambiente che va degradando in maniera irresponsabile verso un futuro incerto e cupo. Per questo dal cuore di questa nostra citt�, che da sempre ha visto genti diverse vivere insieme ricostruire un futuro migliore per i propri figli, si � levata un'intensa preghiera perch� la guerra sia allontanata da tante parti del mondo. Siamo diversi ma non nemici. Ognuno di noi ama la propria terra e il proprio paese, la propria tradizione religiosa, la propria cultura. Ma questo amore, che arricchisce le nostre diversit�, non deve mai trasformarsi in diffidenza, paura e odio per l'altro. Siamo diversi ma non divisi. Siamo uniti nella convinzione che Dio ama la pace e non vuole la guerra. Chi usa il nome di Dio per odiare l'uomo e per la violenza abbandona la religione pura. Nessuna ragione o torto subito giustificano mai l'eliminazione dell'altro.

Sentiamo che � comune la sfida di fare crescere un'anima pacifica nel nostro mondo globalizzato. Sentiamo di dover vivere insieme una rivolta pacifica, alla follia dell'odio e della guerra, nell'amore e nella responsabilit�. Questa convinzione e questa preghiera sono una ricchezza per il mondo e per questa nostra citt�. Tutto � perduto con la guerra. Mai pi� la guerra. Possa il mondo vedere presto l'alba di un giorno di pace, l'alba di un giorno in cui le differenze siano una ricchezza per tutti�. Alla proclamazione dell'appello di pace ha fatto seguito un minuto di silenzio osservato in memoria delle vittime di tutte le guerre. Alcuni bambini, provenienti dal Marocco, dall'Albania, dalla Cina e dall'Italia, ed appartenenti a diverse comunit� religiose, hanno poi consegnato ai rappresentanti delle religioni l'appello di pace come segno della loro speranza: il sogno di un mondo unito e la fiducia in un futuro migliore. Insieme all'appello hanno consegnato anche un ramo di ulivo, simbolo della pace che tanta parte del mondo invoca ed attende.

La cerimonia si � conclusa con lo scambio di un abbraccio di pace che ha coinvolto tutti i presenti.