Comunità di S.Egidio


 

23/02/2002

Una manifestazione a Firenze
Gli anziani hanno bisogno delle cure degli immigrati

 

Gli anziani hanno bisogno degli stranieri: gli immigrati che prestano assistenza domiciliare sono spesso l'unica alternativa alla solitudine. A sostenerlo sono i volontari della Comunit� di Sant'Egidio, promotori della campagna "Ho bisogno di te" e di una manifestazione di anziani e immigrati.

"Gli anziani chiedono che non si impedisca agli immigrati di aiutarli a vivere: leggi sull'immigrazione troppo restrittive, eccessivi cavilli burocratici, le difficolt� a instaurare regolari contratti di lavoro - ha spiegato il responsabile immigrazione della Comunit�, Francesco Giovannelli - potrebbero mettere seriamente in crisi questa possibilit�".

A Firenze risiedono quasi centomila anziani: un quarto della popolazione cittadina ha pi� di 65 anni. Di questi, circa diecimila non sono autosufficienti. Il problema dell'assistenza � urgente. Molti anziani infatti sono costretti a finire in istituto, con gravi disagi e alti costi sociali. Secondo i dati forniti dalla comunit� di Sant'Egidio, in Toscana 361 strutture residenziali ospitano 14 mila anziani; per loro il servizio sanitario spende 186 miliardi di lire l'anno. L'assistenza domiciliare risulta molto meno costosa: per assistere a casa 5.800 persone la Regione spende 5 miliardi e mezzo di lire. "Sono anche i dati a dirlo - ha spiegato Giovannelli - crediamo che la prospettiva giusta per dare un futuro agli anziani sia quella di incrementare i servizi di assistenza domiciliare".

Proprio per questo, diventa cruciale il ruolo degli immigrati provenienti dall'Europa dell'Est, dall'estremo Oriente, dai paesi africani o dal Sud America: secondo un'indagine a campione realizzata dalla Comunit�, almeno un terzo degli anziani fiorentini riceve assistenza da una persona straniera. Nel 20% dei casi si tratta di rapporti di lavoro a ore; nell'80% dei casi invece la persona straniera offre assistenza a tempo pieno risiedendo a casa dell'anziano: un dato che fa capire quale legame di fiducia e familiarit� si crei. Non sempre per� c'� la possibilit� di stipulare regolari contratti di lavoro. La leggo prevede, in questo senso, due strade: una � la "chiamata nominativa" (un datore di lavoro chiede di far entrare in Italia una determinata persona, per assumerla) l'altra � quella dello "sponsor", un ente o una persona che d� la propria garanzia per un anno di permanenza in Italia. Entrambe queste strade per� prevedono tetti annuali molto limitati.

"Nel 2001 - dicono i volontari di Sant'Egidio - all'Ufficio Provinciale del Lavoro di Firenze sono giunte 1200 domande per poter assumere una persona straniera attraverso chiamata nominativa: sono state esaudite soltanto 80 domande. In particolare, 250 domande erano per assistenza domiciliare, e le risposte positive sono state appena 20. Alla Questura di Firenze invece sono state presentate 1280 richieste di permessi di soggiorno dietro �sponsorizzazione', e ne sono state accettate soltanto 70".

La prima richiesta dunque � proprio quella di alzare questi tetti: "La chiamata nominativa e la sponsorizzazione fanno arrivare in Italia persone conosciute, spesso parenti o amici di immigrati che gi� lavorano presso famiglie italiane, con ottime garanzie di onest� e sicurezza". L'altra richiesta � quella di semplificare le procedure burocratiche per regolarizzare l'assunzione di dipendenti stranieri. "Negare alle famiglie questa possibilit� vuol dire spesso costringere a mantenere rapporti di lavoro irregolari, affidandosi a immigrati clandestini, senza contare l'impossibilit� di pagare i contributi previdenziali".

Riccardo Bigi