Comunità di S.Egidio


 

28/03/2002

Il cardinale ha esortato la Comunit� a vivere ogni giorno il primato della Parola di Dio
Martini in visita a Sant'Egidio
"Sia questo un luogo di preghiera e di ascolto per tutti"

 

"Vi ringrazio per tutte le attivit� che fate nella citt�, la citt� ha bisogno di voi: � una citt� aperta, accogliente ed insieme di molte presenze, molti accompagnamenti". Queste le parole scelte dal cardinale Carlo Maria Martini per salutare ieri sera nella chiesa di San Bernardino alle Monache la Comunit� di Sant'Egidio.

Il cardinale ha proposto una breve riflessione sul significato pi� intimo della Quaresima e il senso pi� vero e autentico di una comunit�, come quella di Sant'Egidio, impegnata nel dialogo ecumenico tra le religioni e nel servizio ai poveri. "Rivivo in questo incontro � ha esordito il cardinale � la mia antica amicizia con la Comunit� di Sant'Egidio negli anni Settanta a Roma". Il gesuita Carlo Maria Martini, allora docente al Biblico, fu infatti negli anni Settanta tra i primi collaboratori della Comunit� di Sant'Egidio presso la basilica di Santa Maria in Trastevere.

L'arcivescovo ha invitato la Comunit� ad una "ascesi quaresimale" per questi ultimi giorni prima della Pasqua di Resurrezione. La priorit� e il punto nodale per i cristiani del nostro tempo in un periodo forte come la Quaresima risiedono secondo Martini "nel resistere, stare in piedi, sopportare con dignit� le prove, non cedere, perseverare". La Quaresima diviene quindi agli occhi dell'arcivescovo un "luogo di sobriet� e di preghiera". "Questa chiesa nella quale preghiamo, spero possa diventare � ha osservato � un luogo dove si faccia scuola di preghiera e di ascolto per l'intera citt�, dove tante persone imparino a dominare i sensi, le voglie, la voracit�, a disciplinare la sensualit� ma anche a ordinare la vita, e a stare in piedi nelle prove, contemplando con gioia il Signore che viene e che si manifesta nel mistero pasquale".

Il cardinale in un incontro familiare con i membri della Comunit� di Sant'Egidio ha voluto rivolgere un particolare augurio: "Vi ringrazio e vi incoraggio e credo che anche a Gerusalemme potr� seguire il vostro lavoro: verrete magari a trovarmi".