Comunità di S.Egidio


 

28/03/2002

Veglia presieduta dal Cardinale Sepe nella Basilica di Santa Maria Maggiore
La Comunit� di Sant�Egidio ricorda i testimoni del Vangelo

 

La Basilica di Santa Maggiore ha ospitato nel pomeriggio di marted� 26 marzo la tappa del cammino quaresimale che la Comunit� di Sant'Egidio dedica da alcuni anni alla memoria dei testimoni del Vangelo che hanno dato la vita o che sono morti in circostanze violente nei tempi recenti. La veglia ha inteso ricordare tutti quei cristiani che hanno offerto la propria vita in nome della fede in situazioni di persecuzione, di grande violenza, di pericolo. Un popolo di �nuovi martiri� li aveva definiti il Papa nella suggestiva cerimonia del 7 maggio 2000 al Colosseo dedicata propria alla loro memoria, nel mezzo alle celebrazioni del Giubileo.

Giovanni Paolo II aveva voluto ricordare tutti coloro che nel XX secolo hanno testimoniato il Vangelo a caro prezzo, fino all'effusione del sangue. Si tratta di uomini e donne comuni, che hanno scelto di continuare la propria testimonianza, e soprattutto di non abbandonare la propria gente -come tanti missionari-, e di non rinnegare la fede, come molti laici, religiosi e preti in paesi travolti da ideologie totalitarie e intolleranti. Il testimone del secolo appena trascorso non � un eroe, ma un cristiano fedele, talvolta colpito insieme al popolo cui stava rendendo testimonianza, schiacciato dalla guerra o dalle violenze che tanto hanno impregnato di s� la Storia del secolo. Costoro hanno trovato nella fede la forza di non fuggire, di non volere salvare se stessi ad ogni costo, anche laddove ci� era possibile.

La veglia di marted� sera, nella stupenda cornice di Santa Maria Maggiore, accompagnata da canti suggestivi, ha inteso riproporre questi esempi alla Chiesa di oggi, per farli nuovamente parlare ad un popolo di cristiani in procinto di intraprendere con Ges� la via dolorosa della passione. Cerimonia semplice e sobria, la veglia � stata presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, in una Basilica gremita di fedeli, tra cui molti i giovani e numerosi rappresentanti di Congregazioni religiose e Istituti missionari italiani ed internazionali

Il Vangelo delle Beatitudini letto all'inizio della cerimonia ha riaperto l'orizzonte su coloro che Ges� indica come i beati della terra: i miti, i misericordiosi, gli operatori di pace, i poveri di spirito. Nella sua meditazione il Card. Sepe ha invitato a seguire Ges� delle Beatitudini per essere aiutati a comprendere la vita dei testimoni della fede: �Nel Ges� delle beatitudini -ha detto il Cardinale- vengono come sconvolte le regole del mondo, che ci hanno abituato troppo spesso a cercare la beatitudine nella difesa e nell'amore per noi stessi, che diventa talvolta violento, aggressivo, ingiusto, segnato dall'indifferenza verso il mondo dei poveri. Il Signore ci interroga in questa Settimana Santa sul nostro essere cristiani oggi�.

Numerosi. Vescovi, preti, religiosi, missionari, laici, catechisti, insegnanti, semplici uomini e donne morti in condizioni violente sono stati ricordati per nome e hanno nuovamente parlato al mondo di oggi e al nostro modo di essere cristiani. Non si tratta solo di esempi del passato, lontani nel tempo, ma di molti testimoni della fede uccisi fino ai nostri giorni. Proprio le cronache di questi ultimi giorni hanno riportato il barbaro assassinio dell'Arcivescovo di Cali, Mons. Isaias Duarte Cancino, in Colombia, e l'uccisione di cinque cristiani in una chiesa protestante di Islamabad.

La forza dei male sconvolge ancora oggi tante terre. Come non ricordare il dramma della Terra Santa o quello di tanti paesi africani in guerra? Don Marco Gnavi, della Comunit� di Sant'Egidio, assieme ai Superiori religiosi di varie Congregazioni e ai rappresentanti ecumenici delle Chiese e delle confessione cristiane di Roma, ha ricordato alcune vicende personali di testimoni della fede morti in quest'ultimo anno nel mondo. Pi� di cinquanta i Paesi citati. Tutti i continenti sono stati ricordati nella veglia. Ad ogni continente �. stata dedicata una croce, posta sull'altare e simbolicamente piantata su un terreno bagnato dal sangue di chi non si � sottratto nell'ora della prova.

Il Card. Sepe ha ricordato il lavoro di memoria intrapreso dalla Chiesa di Roma durante questi ultimi anni, a partire dal Giubileo, attraverso il lavoro di una Commissione speciale per i nuovi martiri che ha messo in luce una parte dolorosa della vita della Chiesa nel XX secolo: migliaia di nomi raccolti in poco tempo. �In loro - ha detto il Cardinale - risplende il Vangelo delle Beatitudini�.

Cerimonia romana, per il luogo e per la composizione dell'assemblea ma anche cerimonia universale e dal forte accento ecumenico. Come sottoline� il Papa nella memoria dei �nuovi martiri� del Colosseo nell'anno giubilare, infatti, il martirio � esperienza di comunione e terreno particolare di incontro. Disse il Papa: �L'eredit� preziosa che questi testimoni coraggiosi ci hanno tramandato � un patrimonio comune di tutte le Chiese e di tutte. le Comunit� ecclesiali. � un'eredit� che parla con una voce pi� alta dei. fattori di divisione. L'ecumenismo dei martiri e dei testimoni della fede � il pi� convincente; esso indica la via dell'unit� ai cristiani del ventunesimo secolo. E' l'eredit� della Croce vissuta alla luce della Pasqua�.

Ogni cristiano � invitato a non disperdere questa preziosa eredit�. �Oggi siamo qui per raccoglierla -ha detto il Cardinale in conclusione-; e la si raccoglie nella vita di ogni giorno vivendo lo spirito delle beatitudini�, animati dalla �forza debole� della fede.

Marco Impagliazzo