Comunità di S.Egidio


 

31/03/2002

Pasqua, le sfide a Roma
Siamo pi� vecchi e meno solidali

 

Che festa straordinaria, questa Pasqua a Roma. E� una festa discreta, perch� esiste solo se lo vuoi. In fondo, Natale c�� anche per chi non � cristiano, fa tutt�uno con il nuovo anno, met� scongiuri e met� speranza di nuovo inizio. Questi giorni, invece, scorrono per lo pi� come gli altri, tranne che nelle chiese e al Colosseo. Lo sappiamo tutti, Pasqua vuol dire �passaggio�, dalla schiavit� alla liberazione, per chi � ebreo e dalla morte alla vita, risurrezione, per i cristiani.

Il peggiore augurio che possiamo farci a Roma �: �Nessun augurio�, una Pasqua che non c�� e che � solo ponte, ponte lungo o ponte corto. E� una tentazione di tutte le metropoli del mondo, quella dell�indifferenza, perch� non c�� niente da aspettare, perch� non c�� niente da guarire, da superare. Nella societ� moderna la malattia e il dolore, la croce, sono sentiti come qualcosa di brutto, osceno, da chiudere dentro le mura di casa, dell�ospedale, fuori dal percorso normale della vita. Per questo � difficile, sempre pi� difficile farsi gli auguri a Pasqua. Perch� non c�� nessuna Pasqua e nessuna resurrezione senza croce. Anche i cristiani hanno fatto fatica ad arrivarci, e la croce, brutta com��, scarna com��, inquietante com��, ci ha messo secoli a diventare il simbolo che �.

Come ci trova questa Pasqua? In una citt� che si � ristretta. C�� un romano su 15 in meno, ci ha detto il censimento. Siamo tutti pi� vecchi, ma gli anziani non sono ancora il centro su cui costruire il tono di civilt� della citt�. Siamo tenuti un po� su dagli immigrati ma si sta facendo di tutto per impedire loro di diventare romani. Sono ostacolati i ricongiungimenti familiari e la nascita di una prima generazione stabile, davvero parte della citt�: non � n� intelligente, n� lungimirante. Un decimo di quelli che in Italia abitano ancora in case improprie stanno a Roma. Paradossalmente questo indica una forza di attrazione della citt� e segnala un tessuto di solidariet�: ma � una responsabilit� in pi� per tutti.

Questa Pasqua arriva nel tempo della collera, tra notizie di bombardamenti a Ramallah e di attentati in Israele, e di nuovo alle prese, in casa, col male oscuro e orribile del terrorismo. Arriva nel tempo dell�indifferenza per l�Africa, che muore in maniera cos� evidente che sembra un cartone animato e non una cosa vera. E Roma sta qui, al centro del Mediterraneo, strabica, con gli occhi che guardano a Sud e a Nord insieme.

L�immagine pi� forte oggi per tutti noi � la croce e la debolezza del Papa al Colosseo, venerd� notte. Il suo � sfinimento coraggioso e invocazione anche per la pace che non c�� e per ridurre il mare di croci che ci sono nel mondo anche se stiamo girati da un�altra parte.

Pasqua a Roma pu� essere la decisione di spendere la bellezza e il privilegio di stare in un punto del mondo benedetto dal sole e da Dio per costruire una citt� dove la vecchiaia e gli immigrati siano una risorsa e non una minaccia, e dove la coabitazione e l�interdipendenza tra popoli e persone diverse entri nella mappa genetica dei romani, diventi una passione e un impegno come l�organizzazione di una festa dello scudetto.

Mario Marazziti