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20/04/2002 |
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Messa in cattedrale per i senza dimora |
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Genova - Per la prima volta dopo il �giubileo dei poveri� di due anni fa, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha riunito in cattedrale il popolo dei senza dimora e dei clochard. Anche quelli che hanno una casa ma per vivere devono ricorrere alla carit� e alle mense delle chiese, o quelli che sentono le mura come prigioni perch� hanno subito traumi, violenze e ogni genere di abusi. �Grazie perch� vi ho invitato nella cattedrale e siete venuti � esordisce il cardinale nella sua breve omelia � anche per pregare per chi ci � stato vicino ed � entrato nella casa del Padre�. Suona strano parlare di casa a chi viene chiamato spesso homeless, senza dimora, barbone, clochard. A chi spesso dorme sotto le stelle perch� non ha un tetto. Per� il cardinale tocca le corde del cuore dei suoi fedeli meno fortunati, entra in sintonia con loro proprio perch� non rispetta gli schemi. Vi domando: voi avete fame e sete? Probabilmente s�, a volte tanta. Ma � soprattutto sete d�amore, un bisogno di rispetto per la dignit� della persona�. Sono un�ottantina i clochard riuniti a San Lorenzo con un passa-parola nei luoghi d�incontro, nelle mense e nelle stazioni. �Li abbiamo invitati dicendo che era un�occasione per stare insieme � dice Ennio Sconfietti, della comunit� di Sant�Egidio � ma anche per pregare per tutti i loro compagni di strada che sono morti e che in questi anni anche noi abbiamo potuto conoscere�. Ecco la fame e la sete di cui parla il cardinale. �Molti sono venuti proprio per questa voglia di ricordare � riprende Sconfietti � oggi hanno avuto la prova che anche ciascuno di loro, quando non ci sar� pi�, non sar� dimenticato�. Dall�altare, al termine della preghiera dei fedeli, viene data lettura dei nomi di tanti clochard morti nel corso degli ultimi anni, spesso senza il ricordo di un fiore: Pietro, Norma, Leonardo e tanti altri, un elenco interminabile di 46 nomi che, per chi li ha conosciuti, sono persone, volti, storie. Storie come quelle di chi ancora lotta e vive una esistenza difficile tra la normalit� e la strada. Come quella di Enrico Bruzzeniti, 62 anni, che ha una casa ma per mangiare si divide tra la chiesa dei cappuccini di Pontedecimo (�dove si trova sempre un po� di minestra calda�) e i panini alla stazione di Principe distribuiti dai volontari di Sant�Egidio. O quella di Gaetano, 76 anni: �Anch�io ho una casa, ma con un milione al mese si vive malamente. Pagata la luce, il gas e l�affitto, per il pranzo e la cena non mi resta che andare dai frati: al mattino alla mensa di San Vincenzo De� Paoli a Dinegro, alla sera a San Camillo�. �Sono circa 150 le persone che incontriamo nei nostri giri notturni � racconta Paola Bergamini, di Sant�Egidio � la maggior parte sono uomini, per le donne la vita in strada � ancora pi� difficile�.
Bruno Viani
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