Comunità di S.Egidio


 

01/05/2002

VIAGGIO TRA GLI ALUNNI
Educare alla pace si pu�. Lo insegna la comunit� di S. Egidio
Laboratorio a Corea. Ragazzi delle elementari e delle medie imparano divertendosi: un'officina di valori e solidariet�

 

LIVORNO. Sono le cinque di un pomeriggio di sole e studiano ancora i ragazzi della Scuola della pace, il doposcuola di via La Pira gestito dalla Comunit� di Sant'Egidio. Nel piccolo edificio al numero 5 si ritrovano i ragazzi delle medie, ogni luned� e mercoled�; oggi sono una quindicina, gli iscritti sono in tutto circa 25, ed un'altra trentina i pi� piccoli, delle elementari, che si incontrano poco pi� avanti. Per la maggior parte provengono dalle scuole Pistelli e dalle Colombo e abitano del quartiere.

Ma sono sempre di pi� i ragazzi che vengono anche da fuori. A fare cosa, alla Scuola della pace? Ce lo spiegano Marco e Riccardo, due giovanottoni di terza media che ci mostrano l'attivit� di approfondimento di questo periodo: una serie di cartelloni con materiali sull'apartheid e sull'olocausto."Stiamo preparando una mostra per le scuole sul razzismo, ed abbiamo raccolto materiali dai libri di storia e dai giornali" ci dicono illustrando i pannelli; "vogliamo far capire agli altri ragazzi quanto sia sbagliato e stupido emarginare in base alla religione o al colore della pelle". Guardare le cose con occhio diverso, ecco lo scopo delle attivit� alla Scuola della pace.

Che non sono solo di studio; ci racconta Monica Gallo, uno dei volontari della comunit� che in questo momento segue i ragazzi del doposcuola, che i pi� grandi, di seconda e terza media, vanno anche a trovare, una volta ogni due settimane, le anziane ospiti del pensionato di via Baciocchi. � ancora Marco che prende la parola: "� divertente stare con loro; alcune sono sole, non hanno che noi, e quando andiamo a trovarle hanno gli occhi che brillano. Facciamo loro compagnia e organizziamo giochi e feste"; e aggiunge Riccardo: "Ci hanno fatto un bel complimento l'ultima volta, ci hanno detto che siamo come i loro nipoti."

Tutto questo senza tralasciare lo studio. Oggi con i ragazzi, oltre a Monica, ci sono Romina Giampaolo e Riccardo Cocco (ma sono anche altri i volontari, studenti universitari e lavoratori, che gestiscono le attivit�); li seguono mentre fanno i compiti e aiutano quelli che fanno pi� fatica, prima di iniziare le altre attivit�.

Si avvicina Ramona, che � in prima media; ci racconta della preghiera, che si svolge il mercoled� dopo lo studio, a cui pu� partecipare chi vuole; e si avvicina anche Glenda, che frequenta da poco la scuola, ma sorride raccontando con entusiasmo quello che fa. Al loro tavolo c'� anche Ahmed, che viene dal Marocco ed � in Italia da due anni con la sua famiglia. Tutto bene a scuola? "Alla Scuola della pace s�", ma quando pensa alla scuola della mattina fa una faccia! Alle prime difficolt� con l'italiano, adesso che � in prima media si � aggiunto l'inglese; ci racconta che per lui � la quarta lingua, dopo il berbero, il francese e l'italiano. Poco pi� in l� ci sono Marco, Michel e Simon (per loro � la prima giornata alla Scuola), Stefano, e Nico, che � un po' il comico, il pi� simpatico della compagnia.

Da qualche anno fra i ragazzi della Scuola della pace � nato anche un movimento chiamato il Paese dell'arcobaleno, aperto a tutti i ragazzi fino a 18 anni (ne fanno parte non solo i frequentatori del doposcuola, ma loro amici e compagni); a Livorno le attivit� hanno come nucleo la conoscenza dell'Africa e dei suoi problemi, e si organizzano varie attivit� di beneficenza.

William (un frequentatore storico della Scuola della pace, che ha iniziato a partecipare a 5 anni ed adesso � in terza media) fa parte della band del Paese dell'arcobaleno e ci racconta delle feste organizzate insieme agli altri (a dicembre si sono esibiti anche in piazza Cavour).

Nel frattempo arriva una delegazione di bambini della Scuola della pace delle elementari. Sono Jacopo, Sara, Elena e Mouhcine (uno dei fratelli di Ahmed), et� fra gli 8 e gli 11 anni. Fanno parte anche loro del Paese dell'arcobaleno e ci parlano del libro che stanno preparando per aiutare il Mozambico; pubblicheranno i loro temi e i loro disegni sull'Africa (in particolare adesso si occupano della schiavit�), ed i ricavati serviranno a finanziare la costruzione di un centro salute per la cura dell'AIDS a Chibuto."Il paese dell'arcobaleno � un posto dove impariamo ad amare l'Africa, a dire no al razzismo e ad essere amici" raccontano i bambini "anche di chi viene da paesi diversi ed ha abitudini diverse". "Alla scuola non diamo molte regole" conferma Michela Mazzoni, l'educatrice che li ha accompagnati "ma sull'amicizia non si transige!"

Francesca Faleri