il fatto Il presidente del Mozambico ricorda a Roma il decimo anniversario della pace raggiunta anche grazie alla mediazione della Comunit� di Sant'Egidio �Il mio Continente � rimasto emarginato dalla globalizzazione. S'� ritrovato con il destino nelle sue mani e ha commesso errori. Ma ora servono partnership con l'Occidente per combattere la povert�
�Non c'� dubbio� che l'Africa �sia rimasta ai margini� di ogni processo di sviluppo. Ma, se i Paesi di quel Continente �hanno commesso errori�, oggi qualcosa sta cambiando, e quanto sta accadendo per esempio in Angola �dimostra che la pace � contagiosa�. E che, dunque, �esiste un futuro� in cui l'Africa pu� rientrare in gioco a fianco �di tutti gli altri Paesi del mondo�.
Il Mozambico di Joaquim Alberto Chissano festeggia in questo 2002 i dieci anni di pace e democrazia. E il presidente, a Roma per partecipare al vertice della Fao, domenica sera ha fatto tappa nella sede della Comunit� di Sant'Egidio per scoprire una lapide commemorativa nella sala che per due anni, dal 10 luglio del 1990 al 4 ottobre del 1992, ospit� i negoziati tra Renamo e Frelimo che portarono alla fine della guerra civile e alla nascita del "nuovo" Mozambico.
� a fianco di questa sala �nobile� (�Molte sale � dice � possono definirsi belle, o ricche, ma solo una sala dove � nata la pace, come questa, si pu� dire nobile�) che lo incontriamo. Per parlare delle speranze e dei problemi del suo Paese e di un Continente in cui carestia e Aids rappresentano oggi il nemico in due guerre aperte che qualcuno vorrebbe dare gi� per perse. Ma non gli africani: �Non siamo sconfitti, e abbiamo la volont� e la forza per vincerle�.
Presidente Chissano, dieci anni fa la firma della pace. Che cosa � successo da allora? Per prima cosa, ed era indispensabile, c'� stato un vasto movimento di riconciliazione nazionale, che ha coinvolto in profondit� tutte le istituzioni democratiche. Il resto � venuto insieme, dalla riforma del sistema economico all'avvio di un vero processo di ricostruzione, cos� che oggi possiamo dire che sta per cominciare un'epoca di sviluppo molto importante. Le percentuali sono incoraggianti, oltre il 10%, con l'inflazione sotto controllo e un incremento nel settore agricolo che ci ha quasi portato all'autosufficienza alimentare. Crescono i sistemi di telecomunicazioni, si costruiscono nuove strade, aumentano in misura rilevante gli investimenti nel turismo, e nel settore energetico. Tutto questo � possibile in un Paese in pace.
Quali sono i punti ancora critici? Per fare un esempio, il problema dell'accesso alle fonti idriche. Molte persone non hanno ancora accesso all'acqua. Oppure la questione delle mine, purtroppo ancora presenti in gran numero e che comunque contiamo di riuscire a togliere. In tutti i campi sociali per�, dall'educazione alla salute, stiamo registrando segnali incoraggianti, il reddito interno pro capite sta salendo lentamente ma in modo sicuro, e allo stesso modo cresce il prodotto interno lordo.
Se il suo Paese ha raggiunto la pace, l'Africa � per� ancora attraversata da troppi conflitti. Ci sono due grandi guerre, contro la fame e contro l'Aids, che segnano tutto il Continente. Per la lotta alla fame, che cosa vi aspettate dal vertice Fao? Noi speriamo che dalla Fao venga una riaffermazione della volont� di compiere uno sforzo serio per combattere contro la fame, soprattutto nei Paesi meno sviluppati. Questo vertice arriva in un momento molto importante: l'Africa chiede che sia presa un'iniziativa che preveda la costituzione di partnership tra i Paesi africani e il resto del mondo, partnership che abbiano come obiettivo di fondo la lotta alla povert�. La fame � una conseguenza della povert�, ma nello stesso tempo � un fattore che aumenta la povert� di un Paese: le partnership devono puntare allora a promuovere tutte le attivit� in grado di aumentare le possibilit� produttive.
E per quanto riguarda l'Aids? Nel nostro Paese il 12-14% della popolazione � stata contagiata, in altri la situazione � ancora peggiore. � chiaro che bisogna fare qualcosa con urgenza. Noi, con l'aiuto del governo italiano e della Comunit� di Sant'Egidio, abbiamo varato un programma nel quale crediamo molto e al quale chiediamo a tutta la gente di partecipare. Un programma che affronta tutti gli aspetti del problema, dalla prevenzione, a partire dall'informazione, alla cura. Lo ripeto, il problema � in effetti molto grave; l'obiettivo � di elevare la nostra capacit� di combattere contro questa malattia attraverso la formazione del personale, mettendo a disposizione delle persone medicine efficaci a costi ridotti, dalle quali la gente tragga un beneficio, e non un danno, e soprattutto arginando l'estensione del contagio. Il programma � iniziato da poco, ma i primi risultati sono positivi, e dicono che questa � una strada che anche altri potranno seguire.
Lei � presidente di uno dei Paesi africani che con pi� coraggio ha affrontato la situazione successiva alla caduta dei blocchi dell'Est e dell'Ovest. Ha mai avuto l'impressione che, in questi anni, l'Africa sia stata dimenticata? L'Africa � rimasta di fatto emarginata dal processo che si � innescato, n� � stata valorizzata nel cammino della globalizzazione. A un certo punto s'� ritrovata col proprio destino nelle sue mani, e va detto che molti sono stati gli errori commessi. Ma quanto sta succedendo per esempio in Angola ci dice che, alla fine, la pace � contagiosa. Per questo sono certo che l'Africa non rester� ai margini e riuscir� a rientrare in questo processo di sviluppo mondiale nel modo pi� efficace.
Salvatore Mazza
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