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12/06/2002 |
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�Non si pu� stare a Roma senza un'idea universale�, scriveva Mommsen nell'Ottocento in una citt� che era dieci volte meno di quello che � adesso. Aveva ragione gi� allora. Non � solo l'eredit� storica dell'impero sul pi� grande mare chiuso (e sulle molte civilt�) del pianeta. Eredit� da cui si potrebbe imparare qualcosa anche oggi: la capacit� di assorbimento dei cento popoli diversi ne hanno fatto uno straordinario e sterminato contenitore di vita e di pace. Poi la scarsa capacit� di digestione del cristianesimo e la decisione di mantenere fuori dai confini altri popoli (barbari? immigrati?) ha contraddetto se stesso e ha segnato la fine (Cahill). Ma non si vive di ricordi. Roma rimane lo stesso, per�, citt� non comune. � la presenza della capitale del cattolicesimo, � la sua forza di attrazione internazionale, � la stessa forza della bellezza di cui � fatta, che non � solo bellezza naturale, ma storia, vita, arte. E proprio per questo Roma, capitale d'Italia, ha maturato con sempre pi� convinzione un'altra vocazione: � la vocazione a capitale internazionale dei diritti umani e della pace. Il Forum delle citt� che vi si � appena tenuto, la manifestazione sulla �sovranit� alimentare� dei no global, il vertice Fao sull'alimentazione che si spera preluda a una grande alleanza mondiale a favore dei Paesi che letteralmente �muoiono di fame�, sono gli ultimi segnali a conferma di questo. Mi sembra un ruolo che va crescendo e che verr� confermato, in altro modo, dalla pacifica invasione per Padre Pio. Presto vi saranno altre iniziative per accorciare la distanza tra Europa e Africa e per sconfiggere l'afro-pessimismo. Da Roma si allargher� l'iniziativa mondiale per i diritti umani e per fermare la pena capitale nel mondo. Ci sarebbe da esserne orgogliosi. Ma come si fa a fare in modo che questo non sia solo l'estro di questa o quest'altra amministrazione, e invece entri nel Dna della citt� e dei romani? Perch� tutto questo non sia avvertito come una sovrastruttura o come un fastidio da manifestazione e da traffico bloccato occorre che Roma sia una citt� dove chi � minoranza, chi � debole possa avere meno difficolt� a vivere che in altre citt�. Dove la vita sia pi� dolce. Dove la lotta alla sofferenza e la felicit�, per quanto strano sembri, vengano messe nell'agenda quotidiana della politica e dell'amministrazione, per diventare gusto umano dei cittadini. Dove il benessere del mio vicino o di chi � dall'altra parte dello sportello, o nel letto di ospedale interessa anche me e non solo il mansionario. Dove si aiutino i cittadini a non pensarsi �contro�, un gruppo contro un altro, un condominio contro il parcheggio di tutti, e dove non si identifichi mai una minoranza, qualunque essa sia, come capro espiatorio. � una sfida per tutti quelli che operano a Roma, per tutte le forze sociali e politiche. Cos�, davvero, i diritti umani si trasformano in gusto della vita. Di tutti e per tutti. E con tutte le amministrazioni.
Mario Marazziti
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