Comunità di S.Egidio


 

19/06/2002

Sant�Egidio: Un incontro per ricordare una ricorrenza importante
Trent�anni fa i primi passi a Primavalle e alla Garbatella

 

"La solidariet� per un mondo di pace" Questo il titolo di due incontri, che si sono svolti nel XI e XIX Municipio, per ricordare e festeggiare 30 anni di presenza della Comunit� di Sant'Egidio a Primavalle e Garbatella, due quartieri della periferia "storica" di Roma.

Quel primo "confine"
La Comunit� era nata da pochi anni, dall'iniziativa di Andrea Riccardi, allora studente al liceo "Virgilio" di Roma ed era composta quasi esclusivamente di studenti, liceali ed universitari. "Andare in borgata" signific� varcare il primo, invisibile confine. Negli anni successivi, Sant'Egidio ne ha varcati molti altri. Ma quel primo passo conteneva gi� in s� un metodo ed una vocazione: quella di creare ponti tra mondi diversi.

Fu l'ascolto della Parola di Dio, posta al centro della vita della comunit�, che spinse quegli studenti a camminare insieme a chi era povero, lontano, diverso.

"Avevamo le mani vuote di tutto, ma avevamo il Vangelo, una buona notizia. A chi di noi passava le giornate sui libri, sognando un futuro in cui poter cambiare il mondo, il Vangelo diceva: ci sono degli amici con cui puoi cominciare a cambiarlo subito! Non sei troppo giovane!" .

Cosa potevano fare e dare, dei giovani studenti? L'inizio fu segnato dall'impegno educativo: il doposcuola ai bambini che ha preso il nome di Scuola della pace ed � oggi un'esperienza presente in pi� di 60 paesi del mondo. Ma anche la realizzazione di un piccolo asilo, in una Roma dove i bambini erano molti e le scuole poche.

Proprio qui ci fu il primo incontro con papa Giovanni Paolo II. Era il 3 dicembre 1978. Il nuovo vescovo di Roma, per la sua prima visita ad una parrocchia romana, scelse quella della Garbatella. La Comunit� lo aspett�, davanti al piccolo asilo, ospitato nella foresteria delle Suore cappuccine, cantando le parole degli Atti: "Noi non abbiamo molte ricchezze, abbiamo solo la Parola del Signore� alzati e cammina con noi".

Il Papa, con uno strappo al protocollo, entr� nell'asilo. Furono grandi la sorpresa e la gioia. Non c'era neppure una sedia grande e dovette sedersi su una seggiolina dei bambini per lasciare una firma ricordo. Incoraggi� e benedisse la comunit�. Da allora, dovunque nel mondo, il Papa identifica Sant'Egidio nelle parole di quel canto.

Negli anni si sono moltiplicate le iniziative in relazione ai bisogni della gente e del quartiere: dalla "cooperativa libraria", dove si scambiavano gratis i libri delle scuole medie, all'amicizia con gli anziani ed i disabili mentali, che oggi formano i movimenti "W gli anziani" e "Gli Amici", alle Scuole del Vangelo, luoghi di incontro con la Parola di Dio ed esperienze di vita comunitaria.

E poi, ancora, la costruzione di una "citt� ecosolidale", a Via del Porto Fluviale, proprio nell'XI municipio, un centro in cui, raccogliendo quello che si butterebbe via (dai vestiti, ai mobili) si sono potuti invece realizzare numerosi invii di aiuti alle vittime del terremoto in Salvador, dell'eruzione del vulcano in Congo, della guerra in Afghanistan.

Dai quartieri di Roma al mondo intero: � questo il percorso testimoniato da tante voci diverse che hanno cercato di "rendere ragione della speranza" ricevuta nella vita della Comunit�: la consapevolezza che nessuno � cos� povero, cos� debole, da non poter aiutare gli altri.

Lo dicono con forza gli anziani, che si sono uniti al cammino di Sant'Egidio: "Visitiamo chi � stato abbandonato in istituto, sosteniamo il progetto di lotta all'AIDS e, per difendere gli immigrati che ci assistono, siamo anche scesi in piazza!".

Riscoprire il valore della propria vita
Ma anche per chi � giovane, e spesso si sente irrilevante n un mondo troppo largo e complesso, aiutare gli altri � un modo per scoprire il valore della propria vita. Come quando, portando da mangiare a chi vive per strada, come fanno tutte le settimane centinaia di giovani della comunit�, ci si sente dire: "Grazie per il panino, ma soprattutto perch� mi sei amico".

Sia a Garbatella che a Primavalle, sono tanti "Gli Amici", i disabili mentali, che con i loro quadri, il loro coro e con la "Trattoria degli amici" danno ragione di una gioia non scontata ma veramente � contagiosa.

Trenta anni, quindi, ed un sogno realizzato: quello di rendere pi� umana la vita di questi quartieri, di non rassegnarsi ai pregiudizi, alla miseria e all'emarginazione che schiacciavano la vita di tanti. Ma anche rendere la vita di ognuno la sorgente di un'umanit� che ha sempre, in qualunque condizione, qualcosa da dare agli altri per costruire un mondo pi� pacifico ed umano: per questo, i due incontri non sono stati un momento celebrativo, ma una tappa di un cammino che certamente non si ferma.

Valeria Martano