Comunità di S.Egidio


 

03/07/2002

IL RAPPORTO ANNUALE SULLA LIBERT� RELIGIOSA NEL MONDO
Dove si rischia la vita in nome della fede

 

La pubblicazione del Rapporto sulla libert� religiosa nel mondo � diventato ormai un appuntamento fisso, ogni anno, per discutere sulle condizioni di vita dei credenti nei vari Paesi del mondo, frutto di una ricerca analitica su ogni Paese. Aiuto alla Chiesa che soffre � nato dopo la seconda guerra mondiale con lo scopo di aiutare i cristiani perseguitati dai regimi comunisti dell�Est. Oggi lavora in tutto il mondo e segue circa 6.000 progetti ogni anno. Il Rapporto mette in luce come la libert� religiosa sia ancora un grave problema in tante regioni del mondo. Lo � in India, dove una legge limita i diritti delle minoranze e dove vari Stati discriminano i cristiani. Il fondamentalismo indiano, che trova ascolto negli ambienti di Governo, fa sentire la sua forte pressione. La conversione ad altra religione � ostacolata.

In realt�, la scelta dei singoli di passare da una comunit� religiosa (o dall�ateismo) a un�altra comunit� religiosa (o all�ateismo) � parte integrante della libert� religiosa. Tale libert� � negata nella gran parte dei Paesi musulmani, dove, secondo la legge islamica, � possibile convertirsi all�islam, ma non � permessa (anzi, punita con la morte come apostasia) la conversione dall�islam a un�altra religione. � il caso del Pakistan, dove, tra l�altro, � in vigore la legge sulla blasfemia. Proprio il 2001 si � aperto con l�arresto di un prete e di un laico, accusati di aver partecipato a una manifestazione organizzata contro questa legge, per cui basta essere imputati di aver bestemmiato l�islam e si diventa punibili con la pena capitale.

Il problema della libert� religiosa � purtroppo universale: si ritrova sotto tante latitudini e per comunit� religiose differenti. Ed � molto utile che Aiuto alla Chiesa che soffre richiami l�opinione pubblica a discutere del problema. Il Rapporto non � infallibile: ci possono essere esagerazioni o sottovalutazioni, ma l�importante � che i Governi siano chiamati a rispondere, sapendo che la loro politica in questo campo � sotto osservazione. In alcuni casi il Rapporto forse esagera in senso negativo, come in Mozambico, dove, tutto sommato, c�� una certa libert� religiosa. In altri, come l�Algeria, si resta piacevolmente sorpresi nel leggere che giovani di origine musulmana hanno avuto la possibilit� di convertirsi al cristianesimo.

In molti Paesi africani, la compressione della libert� religiosa � legata alla guerra civile, come in Angola, o ai conflitti etnici, come in Burundi. Per la Costa d�Avorio, dove si teme lo scoppio di un conflitto tra musulmani (del Nord) e cristiani (del Sud), il Rapporto segnala l�impegno dei leader religiosi, cristiani e musulmani, per il dialogo. Nei Paesi dell�ex Urss la situazione non � facile ovunque. In Turkmenistan, musulmano all�87 per cento, i cattolici possono compiere atti di culto solo nella nunziatura apostolica, coperta da immunit�. Si sospetta che un cristiano battista sia stato condannato alla detenzione per la sua conversione al cristianesimo.

La vita dei cristiani � tutt�altro che facile in tanta parte del mondo, ben al di l� del noto caso dell�Arabia Saudita, dove non � lecito ai cristiani nessun atto di culto. Il �900 � stato il secolo del martirio (� il titolo di un lavoro che ho dedicato ai nuovi martiri del XX secolo). La nostra speranza � che il XXI secolo non ripeta gli stessi errori. Un�attenzione vigile ai problemi della libert� religiosa rende i Governi consapevoli che non possono calpestare questo diritto. Dove non c�� libert� religiosa, anche tutte le altre libert� finiranno per cadere.

Andrea Riccardi