Comunità di S.Egidio


 

23/07/2002

L�estate senza vacanze
Si pu� suonare alle porte

 

Estate un po' pazza per il tempo, ma pur sempre estate. Si trova pi� parcheggio e la sera ci sono occasioni straordinarie: c'� l'imbarazzo della scelta, dal jazz di Villa Celimontana al �Don Giovanni� in piazza. C'� voglia di essere stranieri per provarne tutto lo stupore. C'�, poi, l'altra faccia dell'estate. Per chi � solo e ha bisogno degli altri per vivere l'estate pu� essere una maledizione. Come le saracinesche chiuse della farmacia che ti serve d'urgenza. Quando tutti fanno festa e vacanza, la solitudine ordinaria e le difficolt� di rapporto con il mondo attorno acquistano un peso in pi�, qualche volta insopportabile.

La depressione � pi� difficile, da soli, da combattere. � difficile vivere bene se si entra ed esce dall'ospedale perch� non si fanno pi� ricoveri lunghi e c'� pure poco personale (conosco una persona che viene dimessa ogni due-tre giorni per risparmiare e poi ripresa, visto che la malattia per cui va ricoverata � sempre presente e mai curata).

L'estate � un tempo terribile per chi sta in carcere. Specialmente se il sovraffollamento endemico che due anni fa ha spinto a settimane di protesta e di scioperi della fame per un'amnistia che non c'� mai stata, non � migliorato. Del carcere si sa poco, ogni tanto esce fuori una notizia piccola piccola di qualcuno che non ce l'ha fatta e non si capisce quasi mai se era overdose , malattia, o un gesto estremo. I detenuti a Roma sono tanti, ma sono anche pochi. Basterebbero tremila romani per adottarne uno ciascuno. Per dire �esisti, conti� e smussare rancori, abbandono, solitudine.

� un tempo difficile soprattutto per gli anziani. Un anno fa Roma si � scoperta come una citt� distratta, dove chi � vecchio pu� morire da solo senza che nessuno se ne accorga per giorni. Una, due, cinque, troppe volte in pochi giorni per non essere un allarme da prendere sul serio.

Centomila anziani, ricchi e poveri, vivono da soli a Roma. E almeno uno su dieci non ha chi lo aiuti e nemmeno i soldi per farsi aiutare. Si smette di fare la spesa perch� costa pi� fatica se il negozio all'angolo chiude per ferie. Ci si dimentica di bere, ci si alza meno dal letto, e si pu� cedere cos�, all'improvviso, quando si � gi� deboli. Come sempre, non � solo un problema degli anziani, ma di tutti noi, perch� sono i nostri parenti e conoscenti e perch� anziani saremo anche noi.

E non � solo un problema di buona amministrazione. Occorre fare qualche gesto che non si � fatto prima. Si pu� suonare alla porta dell'anziano che vive da solo nel nostro palazzo per salutarlo e chiedere se va tutto bene e se ha, per caso, bisogno di qualche cosa. Se, superato il pudore e l'imbarazzo reciproco, manca qualcosa da comprare, la spesa possiamo farla noi, qualche volta a settimana. Se c'� un bisogno pi� grande ci sono i centri di teleassistenza del Comune, Sant'Egidio, la Caritas, i telefoni d'oro e d'argento, e lo si pu� segnalare, senza paura di essere troppo coinvolti. E poi ci si pu� guardare attorno: se � un po' che non vediamo pi� in giro quella persona nota ma da un po' assente, ci si pu� informare al bar, dal fornaio, da qualcun altro. Nel dubbio, si pu�, anche qui, suonare il campanello.

La differenza, tra un'estate di festa e di abbandono e un'estate di festa vera, per tutti, possiamo farla noi.

Mario Marazziti