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30/07/02 |
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CAPITALE DELLA CULTURA |
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L'Europa � un luogo privilegiato per riflettere sul futuro: gode di pace, benessere, democrazia, libert�, cure mediche e informazione in misura superiore a buona parte del mondo. Senza nasconderci i problemi delle nostre societ�, possiamo interrogarci su questo privilegio. Che cosa pu� l'Europa in un mondo dominato da pena di morte, malattia, oppressione e povert�? Un esempio eloquente viene dall'Aids, una malattia che � come una nuova guerra mondiale: 28 milioni le persone infette, 40 milioni i morti previsti per i prossimi due decenni. Il fronte si sposta e attraversa aree diverse, come negli antichi conflitti: oggi la principale linea di fuoco � in Africa. L'Europa e l'Occidente non hanno ancora vinto la partita, ma si sentono pi� tranquille di ieri. Il dibattito sul ruolo della nostra citt� nel 2004 � un'occasione per riflettere: cosa vuol dire Capitale Europea della Cultura? E quale l'apporto di Genova? L'Europa non � uno spazio chiuso, suoi stessi confini geografici non hanno una chiara demarcazione: Europa � piuttosto un modo di guardare al mondo, un compito, una responsabilit�, una chance. Nel DNA della cultura europea ci sono due elementi fondamentali: la centralit� della persona e il rifiuto di ogni isolazionismo. L'Europa pu� dare un contributo decisivo a una democrazia sostanziale, "umanistica", inclusiva, capace di diffondere e difendere i diritti umani. E tra i diritti umani c'� il banale diritto alle cure mediche, senza il quale non c'� diritto a vivere. In questo disegno ben si inquadra la proposta del Secolo XIX di un concerto di grandi artisti della musica internazionale, il cui ricavato consentir� di realizzare un'importante iniziativa di solidariet� nel sud del mondo. Le proposte che stanno giungendo si inseriscono su questi binari: le cure mediche, la centralit� dell'infanzia, la responsabilit� di tutti soggetti coinvolti. Occorre un progetto legato alla storia della citt�, con una sua fisionomia, che non sia una cattedrale nel deserto. La Comunit� di Sant'Egidio propone di dedicare il concerto del 2004 alla lotta all'Aids in Africa e in particolare in Mozambico, un Paese al quale la nostra citt� ha dato significativi contributi: da qui partirono i nostri primi aiuti, via aereo e via nave, nel corso delle terribili carestie degli anni '80, e ancora oggi numerosi genovesi (medici, sanitari e insegnanti) si recano come volontari in questo Paese. Su una popolazione di circa 18 milioni di persone, 1 milione e 300 sono sieropositive o malate di Aids. Nel 2000 sono morte di Aids pi� di 100 mila persone. . Gli orfani causati dalla malattia sono oramai pi� di 300 mila. A causa di questa malattia, la vita media � scesa a meno di 40 anni. Diversi lettori, se vivessero in Africa Australe, sarebbero considerati dei vegliardi; altri si starebbero avvicinando a questa soglia con una speranza ormai bassissima di vita, mentre noi giustamente ci auguriamo di avere davanti anni ancora lunghi e felici. Molti problemi del nostro mondo sono ingiustamente ritenuti insormontabili.Tanti dicono che non si pu� fare niente. Ma non � vero. Nessuna epidemia � mai stata spazzata via solo con la prevenzione, come si vorrebbe per l'Africa, mentre Europa e America, ovviamente, hanno scelto la doppia via: prevenzione pi� medicine. Nel Nord del mondo, gi� oggi la mortalit� per AIDS � diminuita del 75%. Una persona infetta, se inizia a curarsi precocemente, pu� avere davanti a s� anche pi� di 30 anni di vita. Gi� oggi in Italia non nascono pi� bambini malati da madri infette. Al contrario, in Africa, la trasmissione madre-bambino � un canale terribilmente efficace. Donne fedeli ai loro mariti (infetti) trasmettono ai loro figli la morte insieme alla vita: perch� ancora non ci sono piani significativi di lotta all'Aids che includano anche la terapia. La Comunit� di Sant'Egidio ha cominciato a realizzare centri per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle infezioni da HIV. Uno dei "fuochi" del programma � l'interruzione della trasmissione da madre a figlio. Con la terapia e interventi adeguati vive la madre (ed � garanzia di vita per tutta la famiglia) e i bambini nascono sani. Questo vuol dire introdurre la terapia antiretrovirale nel paese, un piano di protezione nutrizionale per l'infanzia, di educazione sanitaria, la formazione di personale sanitario specializzato per questi interventi, la creazione delle infrastrutture necessarie in un paese in cui c'� poco pi� di un dollaro a testa del servizio sanitario nazionale per abitante. All'anno. La scorsa settimana, durante la Conferenza Internazionale sull'Aids di Barcellona, la Comunit� di Sant'Egidio ha presentato il suo programma. La sigla, in inglese, � DREAM, cio� sogno. Un sogno che diventa realt�. I trattamenti antivirali, che fino a qualche mese fa costavano 12.000 euro all'anno per persona, sono ora disponibili a prezzi notevolmente inferiori: circa 400 euro. E in Mozambico cominciano a funzionare, innescando un "circuito virtuoso" che risana, contemporaneamente anche le capacit� di diagnosi e cura del resto del sistema sanitario. � un intervento che pu� diventare un modello per l'intero continente. Stiamo creando una rete medica di base, a partire dai tre principali ospedali del paese, e stiamo formando, assieme alla rete di laboratori, i tecnici, il personale medico, infermieristico ed assistenziale. Oggi il progetto � ben delineato a Maputo, nel sud, e a breve partir� a Beira, nel centro, con il prezioso sostegno di Barcellona. E sarebbe bello se Genova raccogliesse il testimone, sostenendo la realizzazione del terzo polo di Nampula, nel nord. Parlare di Europa vuol dire parlare di Africa, e viceversa. Il 2004 pu� essere l'occasione per portare questo legame al centro dell'attenzione internazionale. E il concerto proposto dal Secolo XIX pu� essere l'occasione giusta.
Andrea Chiappori
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