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31/08/2002 |
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Religioni e dialogo. A Palermo musulmani e cristiani,ebrei e buddisti a confronto. Intervista a Mario Marazziti,portavoce di Sant�Egidio. |
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NEL REGNO di Ruggero II il Normanno le tre religioni monoteiste seppero convivere a Palermo. Artisti arabi istoriarono le chiese latine, il mosaico bizantino abbracci� il mondo nel gesto del Dio Pantocratore della Cappella Palatina, maestranze normanne ed arabe, ebree e greche lavorarono fianco a fianco nella fabbrica del Duomo di Monreale. Ruggero, ha annotato Denis Mack Smith, fece della Sicilia �il centro di un pi� vasto impero" e popoli di latitudini e religioni diverse trovarono ragioni di reciproco rispetto. In questa Palermo della Memoria si tiene da domani al 3 settembre la XVI edizione di Uomini e Religioni, meeting interreligioso mondiale promosso dalla Comunit� di Sant�Egidio. �Religioni e culture tra conflitto e dialogo", � il suo tema. Musulmani ed ebrei, cattolici, ortodossi russi e greci, protestanti, metodisti, buddisti, 330 uomini di fedi diverse, ma tutti di buona volont�, cercheranno nel dialogo e nella cooperazione le chiavi di �una pace necessaria". L�incontro cade alla vigilia dell� anniversario dell� 11 settembre e mentre sale la tensione tra Usa e Iraq. Il meeting allora non corre il rischio di apparire un�assemblea di profeti ingenui e disarmati? Dice Mario Marazziti, portavoce di Sant�Egidio: �Non siamo buoni ad ogni costo. Il dialogo non � la scelta dei buoni. E� necessario. Il terrorismo � il segnale di una civilt� contro un�altra, vuole demonizzare l�Occidente segnalandolo come solo Potere e solo Consumismo. Non dobbiamo cadere in questa trappola, inevitabile sarebbe allora il crush tra civilt�. Quali le ragioni della scelta di Palermo, dopo Barcellona e Lisbona, che hanno ospitato i due ultimi meeting? �E� nel cuore del Mediterraneo, � un luogo speciale, citt� custode degli esiti di una felice coabitazione, � dirimpettaia della crisi dei Balcani e del Medio Oriente, � epicentro di una ipotesi di carta geopolitica che vorrebbe dividere l�Africa dal resto del mondo, o il Nord dal Sud del mondo�. Ipotesi? Il mondo � attraversato da queste fratture. �Ci sono scelte che non sono trendy, Europa ed Africa sono hanno comune destino. All�assemblea Fao di Roma solo Italia e Spagna hanno giocato un vero ruolo. Per l�Africa i primi soldi arriveranno dall�Occidente fra 3 o 4 anni, intanto ci sono 25 milioni di ammalati di Aids senza medicine. Se tutto � buio noi vogliamo accendere insieme un cerino. L�Europa deve decidere se essere o meno una democrazia umanistica, che vive questi problemi come propri. Se opta per il no, non ha molto senso che esista. Sar� solo un mercato e si negher� una prospettiva storica�. E� stato difficile mettere insieme uomini che su altro terreno combattono con le armi? Quale sar� il momento forte di questa edizione del meeting? �S�, � stato difficile, per i venti di guerra, ma questo semmai ci ha motivati di pi�. Abbiamo capito di avere centrato l�obiettivo con le adesioni di tanti ebrei e musulmani. E� per� improprio azzardare una scaletta, se a Palermo dieci cardinali ed i leader spirituali di tutte le confessioni siedono accanto, discutono, si guardano negli occhi con una stessa intenzione di dialogo e di pace. E tuttavia Sari Nuseibeh presidente dell�Universit� araba di Al Quds, a Gerusalemme si confronter� con Dan Meridor ministro di Stato di Israele in una tavola rotonda su �Israeliani e palestinesi: dialogo per il futuro", moderata dal cardinale Roger Etchegaray. I laici Giuliano Amato e Mario Soares parleranno di nuove �Frontiere etiche" con Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle Comunit� Ebraiche Italiane, il vescovo Vincenzo Paglia ed il teologo musulmano Tariq Ramadan�. Dove affondano le radici di �Uomini e Religioni"? �Ci sentiamo figli di Assisi del 1986, il Papa concluse quell�incontro di preghiera con un invito: "continuiamo a diffondere il messaggio della pace e a vivere lo spirito di Assisi". Quell�intuizione segn� l�epifania di ci� che le religioni possono essere. Uomini che stanno gli uni accanto agli altri per una stessa invocazione di pace. Senza �marmellata", mantenendo le differenze, accanto con simpatia, con il senso di una comune responsabilit�. Come � mutato lo scenario da quell�esperienza di Assisi? �Allora il mondo usciva dalla guerra fredda, doveva affrontare i problemi che ne derivavano. Oggi i bisogni diversi,dare anima alla globalizzazione, costruire ragioni di convivenza, pur se si manifestano forti spinte etniche, tentazioni di scontro. La globalizzazione spaventa, ci si sente tutti un po� spaesati�. Lo spirito di Assisi, l�invocazione di Giovanni Paolo II. Il Papa apparve allora a Jacques Le Goff �un uomo del Medioevo, con la tv". �Resta un giudizio intelligente. Il Pontefice del Medioevo era il �defensor civitatis", di quella grande cultura europea a due polmoni, imparentata con ispirazioni evangeliche, bibliche e quindi con le radici ebraico-cristiane. Questo papa vive la consapevolezza di un passaggio epocale, a cavallo tra due millenni, sopporta la responsabilit� solitaria di dire che mercato e consumismo non sono tutto, mentre il totalitarismo asservisce l�uomo. E allora tenta una via stretta, difficile, per coniugare Vangelo e modernit� in un tempo dell�uomo molto complicato�.
Lucio Galluzzo
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