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01/09/2002 |
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Culture a confronto |
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Ci saranno dodici cardinali e un ayatollah iraniano, ortodossi greci e russi, rabbini e delegati palestinesi, rappresentanti dei sikh daIl�India e anche una folta presenza islamica. il meeting di Sant�Egidio che si apre oggi a Paleremo pu� sembrare una �Babele delle religioni� ma in realt� � un appuntamento internazionale di primo piano. Un appuntamento segnato dalla concretezza dell�impegno che � il carisma della Comunit� (40 mila laici in 60 Paesi, presenti anche in Sicilia con diversi gruppi). All�incontro parteciperanno 465 ospiti da circa 70 nazioni (non solo leader religiosi ma anche capi di Stato e ministri) e sono accreditati 150 giornalisti da tutto il mondo. Aldil� delle cifre, Andrea Riccardi, fondatore di Sant�Egidio, spiega che nessuno pensa �a un sincretismo, l�obiettivo � invece il dialogo tra le religioni. Senza confusioni ma anche senza conflitti�. Da un lato ebrei e palestinesi parteciperanno insieme a un momento di riflessione (Teatro Massimo, luned� alle 9,30), dall�altro - marted� pomeriggio nella zona del Politeama - ci saranno preghiere separate per ogni confessione. Cos�, nel rispetto delle diversit�, l�obiettivo sotteso dei tre giorni di lavoro � comune e discende dallo �spirito di Assisi�: l�incontro ecumenico voluto dal Papa nell�86 e ripetuto nel gennaio di quest�anno, sull�onda dello shock per gli attentati di New York. Nell�appello comune dei leader di dodici religioni, stilato otto mesi fa, si legge: dopo la tragedia dell�11 settembre �� doveroso che le persone e le comunit� religiose manifestino il pi� netto e radicale ripudio della violenza, di ogni violenza, a partire da quella che pretende di ammantarsi di religiosit�, facendo addirittura appello al nome sacro-santo di Dio per offendere l�uomo. L�offesa dell�uomo �, in definitiva, offesa di Dio. Non c�� finalit� religiosa che possa giustificare la pratica della violenza dell�uomo sull�uomo�. No al terrorismo, no alla violenza, no al concetto stesso di guerra santa.. Da questi �impegni comuni� delle religioni tenter� di ripartire il dialogo, pur nella consapevolezza che le parole rischiano di essere poca cosa di fronte all�incalzare delle stragi in Terra Santa. L�altro grande tema che percorrer� il Meeting sar� quello del destino dell�Africa. Anche qui si pu� pensare a pie illusioni e a inutili dibattiti, ma occorre subito ricordare - ad esempio -il lungo impegno di Sant�Egidio per il Mozambico (dalla pace siglata a Roma nel 92 al programma in corso contro l�AIDS) per intuire come rimuovere psicologicamente (e sui mass media) i problemi del Continente Nero sia il modo peggiore di affrontare le sfide dei prossimi anni. Non a caso nei mesi scorsi la Carnera dei deputati ha dato parere positivo alla candidatura di Sant�Egidio al Nobel per la pace. D�altro canto la strada degli aiuti a pioggia per le nazioni povere si � dimostrata fallimentare: persino il Sudafrica - che � il Paese pi� avanzato - non riesce ad utilizzare concretamente il 90 per cento dei finanziamenti umanitari che arrivano dall�estero. Tra Medio Oriente e Africa anche la Chiesa cattolica cerca un ruolo autonomo, stretta tra le minacce del fondamentalismo islamico da un lato e l�avanzata dei movimenti no global in Occidente. Di fronte a questi due estremismi, il Papa e i cattolici sopportano la pesante responsabilit� di sottolineare quasi in solitudine che mercato e consumismo non sono tutto, ma che la via evangelica non pu� passare attraverso la contestazione violenta e distruttrice. Fortemente voluto dal cardinale Salvatore De Giorgi, il Meeting � anche una vetrina importante per una citt� che ospita un centinaio di etnie senza soverchi problemi di convivenza e di razzismo. Su questa linea, per coinvolgere ancora di pi� la comunit� palermitana, al programma ufficiale delle 24 tavole rotonde sono stati aggiunti sette appuntamenti nelle parrocchie (due anche a Bagheria e a Villabate). Uno di questi incontri, sul problema della coabitazione tra cristiani e musulmani in Medio Oriente, si svolger� nel centro Agape, fondato di recente dalla Caritas in piazza Santa Chiara all�Albergheria. Proprio accanto all�oratorio salesiano che � anche (insieme al centro San Saverio) uno degli esempi migliori a Palermo di assistenza e di integrazione per gli immigrati. Visti i giorni difficili vissuti da padre Baldassare Meli, � l�occasione per un forte momento di solidariet�.
S. EGIDIO: COMUNITA� �FIGLIA� DEL CONCILIO VATICANO Il La Comunit� di Sant�Egidio nasce a Roma nel 1968, poco dopo il Concilio Vaticano Il, per iniziativa di uno studente poco pi� che ventenne, Andrea Riccardi. Oggi � un�associazione pubblica di laici della Chiesa che conta oltre 40 mila persone, impegnate nella comunicazione del Vangelo e nella carit�, a Roma, in Italia e in oltre 60 Paesi sparsi tra i cinque Continenti. Le diverse comunit� condividono la stessa spiritualit� e i fondamenti che caratterizzano il cammino di Sant�Egidio: la preghiera, che � momento primo dell�orientamento complessivo della vita comunitaria; la comunicazione del Vangelo, che � il cuore della vita della Comunit� e che si estende a quanti cercano e chiedono un senso nella vita; la solidariet� verso i poveri, vissuta come servizio volontario gratuito, nello spirito di una Chiesa che �, secondo la volont� di Giovanni XIII, �Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri�; l�ecumenismo, che la Comunit� vive come amicizia e preghiera e come ricerca dell�unit� tra i cristiani del mondo; il dialogo, indicato proprio dal Vaticano come via di pace e collaborazione tra le religioni, ma anche come sistema di vita e metodo per la riconciliazione dei conflitti. La Comunit� ha ancora il suo centro nella chiesa romana di Sant�Egidio, da cui ha preso il nome. E fin dalla sua fondazione vive, nel quartiere di Trastevere e a Roma, con una presenza continua intessuta di preghiera e di accoglienza dei poveri e dei pellegrini. Le iniziative della Comunit� si sono aperte al mondo, affrontando i grandi temi dell�emancipazione dal bisogno e dalla fame dei Paesi del Sud della Terra e delle battaglie condotte contro la pena di morte e a favore della liberazione dei prigionieri politici.
Francesco Deliziosi
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