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02/09/2002 |
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PALERMO � Dialogo non � sinonimo di buonismo o di ingenuit�, ma rappresenta una scelta coraggiosa e costruttiva. E il dialogo, a maggior ragione dopo l'11 settembre, non � un sogno ingenuo per anime belle, perch� se � fatto sul serio svuota i serbatoi che sono all'origine dei conflitti. �Non � un caso � osserva Andrea Riccardi, iniziatore della Comunit� di Sant'Egidio e docente di storia contemporanea � che il noto testo di Huntington sul 'clash tra le civilt�' abbia avuto un grande successo negli ambienti islamici pi� fondamentalisti: perch� � quello che volevano sentirsi dire, che davvero lo scontro � gi� in atto. Al contrario la sconfitta del terrorismo e di una cultura di violenza inizia proprio dal dialogo�. 'Religioni e culture tra conflitto e dialogo', l'incontro mondiale interreligioso promosso da ieri fino a marted� a Palermo dalla Comunit� di Sant'Egidio insieme all'Arcidiocesi della citt� siciliana, vuole rispondere proprio a chi crede che lo scontro tra civilt� sia inevitabile, ma anche a chi utilizza le religioni in modo strumentale per gettare benzina sui conflitti e alimentare guerra. Oltre 400 personalit� e leader religiosi, da 40 Paesi del mondo, si sono dati appuntamento per creare una convergenza, una sorta di �common ground� tra uomini di fede diversa, ma pronti a individuare strade possibili per la pace. Sul tema intervengono tra gli altri il teologo Mehmet Aydin, con Bernard Kouchner, gi� rappresentante speciale dell'Onu per il Kosovo insieme a David Smock, dell'United States Institute of Peace, ma anche l'ayatollah irananiano Mohamed Ali Taskhiri, che con il rabbino capo di Milano Giuseppe Laras, dar� vita a un confronto sulla cultura della violenza e le religioni. Significative le adesioni dei Patriarcati di Mosca e di Costantinopoli e della Chiesa di Grecia, la presenza, per l'ebraismo, di Ren� Samuel Sirat, presidente della conferenza dei rabbini d'Europa, la partecipazione, tra i musulmani, di un esponente iraniano, l'ayatollah Mohamed Ali Taskhiri. I leader religiosi animano a Palermo anche un'autocritica delle religioni, a riprova, che lo �spirito di Assisi� (dallo storico incontro voluto da Giovanni Paolo II nell'86 e che Sant'Egidio ha diffuso lungo nuove tappe) non � stato sepolto sotto le Twin Towers. Incontrarsi, e farlo a Palermo, luogo di cerniera nel Mediterraneo tra Europa occidentale, Asia europea e Africa islamica, vuol dire non eludere i problemi. 24 tavole rotonde, la partecipazione di oltre 10 mila persone, tutti alle prese con il �dopo 11 settembre�. E' un tema portante, allargato a visione complessiva delle cose che punta non a caso a individuare una comunit� di destino tra Europa e Africa, a sottolineare i rapporti decisivi tra Occidente e America Latina, a cogliere il contributo delle religioni orientali per la pace in Asia. Sono sfide globali e anche per questo tutti possono accoglierle, allacciando rapporti umani che di fatto costruiscono la storia. Si muoveranno in questa direzione anche alcuni scrittori, invitati stamani a confrontarsi su 'La penna e la pace'. Presiede Leonardo Mondatori, presidente dell' �Arnoldo Mondadori�, Italia, e intervengono Sergej S. Averincev (Accademia delle Scienze, Federazione Russa), Ahmadou Kourouma (il pi� importante scrittore africano vivente, della Costa d'Avorio), lo spagnolo Baltasar Porcel e Susanna Tamaro. 1500 volontari si occuperanno dell'accoglienza, dei rapporti con la stampa, delle traduzioni. Sul sito www.santegidio.org tutti i particolari della manifestazione.
Michele Brancale
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