Comunità di S.Egidio


 

02/09/2002

Con la benedizione del Pontefice ha preso il via Vertice fra le religioni. Lotta all�AIDS e alla mafia fra i temi toccati nella prima giornata. Andrea Riccardi, fondatore di Sant�Egidio: l�11 settembre non deve scoraggiarsi.
Il Papa "Da Palermo fari di luce e pace"

 

PALERMO. I �fari della pace� devono riaccendersi. E da Palermo la luce del dialogo deve tornare a dissipare le tenebre della violenza. Dalla Sicilia �salga un nuovo appello perch� tutti, responsabilmente, si impegnino per la giustizia e l�autentica solidariet�, in Africa, nel Mediterraneo, nella Terra Santa precipitata in una spirale che pare inarrestabile�. Con questa benedizione del Papa ha preso il via ieri il Meeting organizzato dalla Comunit� di Sant�Egidio con 465 delegati religiosi e politici da una settantina di nazioni. E, alla fine di una giornata intensa, gli applausi pi� lunghi delle seimila persone convenute alla Fiera sono stati per i bambini del Mozambico piagati dall�Aids (protagonisti di un commosso video proiettato in sala) e per le vittime della mafia: Falcone, Borsellino, don Puglisi e i tanti che sono il simbolo �della resistenza alla violenza del male in nome della libert� (Andrea Riccardi, fondatore di Sant�Egidio).

Con uno strappo al cerimoniale, in extremis la Comunit� ha chiesto a Rita Borsellino di salire al tavolo della presidenza: �Per me � un onore, anche se mi sento piccola piccola. Questa scelta � stata un segnale importante. In molti Paesi africani si combattono guerre fratricide, qui in Sicilia c�� stata e c�� una guerra civile non dichiarata. Diventa anche significativo che il mio intervento al Meeting sia programmato per il 3, in coincidenza con il ventesimo anniversario dell�omicidio Dalla Chiesa�. Di mafia ha parlato anche il sindaco Diego Cammarata nel suo saluto, descrivendo una citt� �afflitta ma non piegata. Anche se la mafia non pu� dirsi sconfitta, la citt� ha sempre saputo rispondere. E oggi vuole riconquistare un�atmosfera di normalit� che non significa abbassare la guardia ma coltivare la speranza... Palermo vuole essere libera dalla violenza della mafia ma anche dal cinismo politico e dalla facile demagogia�.

Ad aprire i lavori alle 17,30 in punto (�vabb� che siamo italiani, ma in queste occasioni ci teniamo�, scherza il segretario della Comunit�, Alberto Quattrucci), � stato il cardinale francese Roger Etchegaray, grande esperto della diplomazia vaticana e in vena di scherzi. Tra un elogio al cardinale Salvatore De Giorgi (�qui � come il Papa dell�Isola�) e una battuta sulle multicolori presenze in sala (�la nostra Arca di No� trover� l�arcobaleno di Assisi�), ha dato la parola anche alle altre autorit�, da Salvatore Cuffaro a Guido Lo Porto, a Francesco Musotto, a Enrico La Loggia. Dal canto suo il cardinale De Giorgi ha ricordato le radici storiche della vocazione al dialogo della Sicilia, ma anche l�impegno di studio e di ricerca della Facolt� Teologica.

Il punto centrale della giornata (chiusa poi dallo storico polacco Bronislaw Geremek dal presidente della Repubblica del Burundi Pierre Buyoya) � stata la relazione di Riccardi, accesa e coraggiosa nel ribadire �le ragioni del dialogo�:� Dopo l�11 settembre - ha detto - la pace � pi� necessaria che mai. Taluni hanno insistito sull�ingenuit� del dialogo stesso, che aprirebbe le porte alla violenza. In realt� c�� un terreno di pessimismo in cui maturano queste osservazioni�. Pessimismo al quale la Comunit� si oppone con tutte le forze, con la passione dei suoi 40 mila volontari in 60 Paesi (la met� dei gruppi � in Africa), con le battaglie contro l�Aids, la pena di morte, in favore dei poveri e degli emarginati: �Non ci siamo rassegnati ad un mondo sempre uguale, ingiusto, abituato al conflitto e alla morte, arrogante nei confronti dei diversi, che si lascia andare pigramente. Questa � per noi la lezione del cristianesimo vissuto�.

E in Cattedrale cristiani uniti nella preghiera

Il dolce canto di alcune ragazze filippine e l�offertorio danzato di gruppi africani. La consacrazione sull�altare ad opera di dodici cardinali e due omelie dopo il Vangelo: quella del cardinale Salvatore De Giorni e quella di Ishmael Noko, segretario generale della Federazione luterana mondiale. Immagini da una celebrazione eucaristica di rara suggestione, in una cattedrale gremita da fedeli assorti nelle preghiere comuni (anche il Credo � stato pronunciato nella formula ecumenica). Ieri mattina � stato questo il prologo del Meeting di Sant�Egidio, per nulla turbato da due falsi allarmi bomba nella zona di corso Vittorio Emanuele.

Cattolici, ortodossi greci e russi, luterani dalla Finlandia e anglicani...: per tutti il �Padre Nostro� recitato insieme nel duomo arabo-normanno � stato davvero un inno all�unit� dei cristiani. Rappresentanti di altre religioni hanno voluto comunque assistere al rito. Tra la folla anche Oscar Luigi Scalfaro. Dopo il saluto di un rappresentante della Comunit� di Sant�Egidio (�siamo venuti a conoscere il vero volto di Palermo e della Sicilia�), la messa � andata avanti in un gioioso clima di festa. Nella sua omelia De Giorgi ha voluto ricordare che �la logica della Croce � estranea alla logica degli uomini�: in un tempo in cui tutti promettono ricchezze e benefici materiali � il cristianesimo �la vera scelta anticonformista�. E tra i banchi annuivano sorridendo le centinaia di giovani volontari dl Sant�Egidio che hanno sulle spalle la gigantesca macchina organizzativa del Meeting.

Francesco Deliziosi