Comunità di S.Egidio


 

03/09/2002


Violenza, banco di prova per i credenti
Il musulmano Aydin: infame teorizzare Io scontro di civilt�.
L�arabo-cristiano Tueni: un�epidemia di estremismo.

 

Un fantasma s�aggira in queste ore tra il Politeama e il Teatro Massimo, tra viale della Libert� - mai toponimo fu pi� azzeccato - e piazza Verdi. Un fantasma cattivo e deluso. Il fantasma dell� 11 settembre.

Lo stesso Andrea Riccardi, domenica sera, l�aveva guardato bene in faccia: �Dopo il nostro ultimo incontro di Barcellona e dopo l�11 settembre, ci si � sentiti rivolgere la domanda : non � finita la stagione del dialogo? A che serve il dialogo?�. Siete degli ingenui, qualcuno aveva detto a Riccardi e soci. Il vostro dialogo fa il gioco dei violenti. E, mentre lo dicevano, avevano l�aria di chi da un sacco di tempo aspettava l�occasione buona per dirlo. Cos� Riccardi l�aveva guardato bene in faccia, il fantasma. Per sfidarlo: �La conoscenza reciproca, il dialogo, la preghiera per la pace sono oggi pi� necessari di ieri�. Proprio oggi, quando in giro si respira il profumo del ferro e del fuoco pi� che dell�incenso. Che conflitto ci sia nessuno lo nega. Lo evoca il titolo stesso dell�Incontro organizzato dall�arcidiocesi di Palermo e dalla Comunit� di Sant� Egidio, �Religioni e culture tra conflitto e dialogo�. Ne parlano circa 70 ospiti di tutte le fedi e di tutto il mondo nei 16 panel che si svolgono in contemporanea. Ma c��, pi� attuale che mai, l�alternativa: il dialogo. Sognatori? Solo per chi non li conosce. Li ascolti e ti accorgi di quanto siano realisti. Come David Smock dell�United States Institute of Peace: �Sono gli estremisti a voler vedere lo �scontro di civilt�� con le religioni protagoniste. E il rischio � che la loro sia una profezia che si realizza�.Tutti rifiutano sdegnati l�idea che si tratti appunto di uno scontro �di civilt��. Il teologo musulmano turco Mehmet Aydin non esita a definire �infami� le tesi del professor Huntington, al quale saranno fischiate le orecchie almeno una dozzina di volte. Per l�editore libanese, e arabo-cristiano, Ghassan Tueni �lo scontro � evitabile, non c�� alcuna fatalit�. Il suo ammonimento, sapendo da dove viene, � da prendere in seria considerazione: �Si sta diffondendo un�epidemia di violenza che mette in pericolo societ�, occidentali o orientali, del nord o del sud, altrimenti pacifiche�. Una cultura di morte che Al Qaeda, assicura Tueni, in questo momento sta esportando in Algeria. Il fantasma si agita, invano. Gli amici di Sant�Egidio. i fedeli al tradizionale incontro d�inizio settembre �nello spirito di Assisi�, aumentano anz�ch� diminuire e appaiono ancor pi� determinati. Il problema non sono loro, i leader, i �professionisti� del dialogo ecumenico e interreligioso. Il problema sono quei fedeli comuni che respirano l�aria e se ne fanno contagiare: cristiani d�Occidente che guardano storto l�emigrato magrebino e meditano vendetta; i bambini d�origine magrebina che in Francia, racconta il francese Bernard Kouchner, gi� inviato dell�Onu in Kosovo, �giocano, e il loro eroe � Benladen�.

L� il fantasma miete vittime, dando ragione a Gianni Riotta che non vede scontri tra civilt� ma �tra due schieramenti trasversali, i tolleranti e gli intolleranti�, e riferendosi anche al cristianesimo, e forse all�islam moderato, osserva: �Il vero problema � che stiamo reagendo come se non avessimo fede nelle nostre convinzioni, nei nostri valori, nelle nostre idee. A quel punto, nessun esercito potr� consentirci di mantenere il nostro posto nel mondo. E gli stessi fondamentalisti islamici sono convinti che, ormai, non crediamo pi� in niente�. Questa convinzione d� loro forza. Povero fantasma se si aspettava nel dibattito dal titolo �Autocritica delle religioni� di assistere a un penoso �mea culpa� di fedeli deboli e intimiditi. E stata semmai l�occasione per ricordare come ogni credente percorra, secondo il proprio stile, la strada della conversione, dall��Ecclesia sempre reformanda� di Ina Siviglia all�analisi serrata e severa del Novecento dell�Ortodossia compiuta da un impavido metropolita rumeno, Serafim. Stasera si prega, si marcia e si proclama l�appello di pace. Per il fantasma altri momenti di delusione.


IL PROGRAMMA

Oggi in chiusura la preghiera per la pace

Sar� la preghiera comune per la pace l�evento �clou� della giornata di oggi, che conclude l�incontro �Uomini e religioni�. Si terr� alle 18.15 e sar� seguita da una processione che porter� i partecipanti a piazza Politeama per la cerimonia finale delle 20. In mattinata ancora una nutrita serie di tavole rotonde tutte in contemporanea alle 9.30. AlIe 17 due confronti su �Uomo e donna di fronte all�eterno� e sul ruolo delle religioni orientali per la pace in Asia.

Umberto Folena