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03/09/2002 |
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Scrivi �Sicilia�. Leggi �dialogo interreligioso�. L�isola � da sempre considerata un modello di convivenza e un �ponte� verso il Mediterraneo della Mezzaluna. Con Giuseppe Savagnone, rappresentante del laicato cattolico isolano, riflettiamo sul ruolo che l�antica Trinacria ha ancora oggi. E sul senso di aver tenuto proprio qui l�incontro di Sant�Egidio. Professore, partiamo dalla storia. Pensiamo alla presenza dei cristiani bizantini, dell�islam e dell�ebraismo. Queste componenti in Sicilia si incontrarono e diedero vita a splendidi esempi di convivenza. Non fu solo tolleranza, ma reciproco arricchimento. E la grandezza, anche politica, della Sicilia scatur� dal saper utilizzare il genio proprio di ognuna di tali culture: greco per l�amministrazione o musulmano nella cultura. La capacit� di vivere le differenze come fattore di crescita � radicata nella tradizione siciliana. E oggi? Se guardiamo l�isola dal punto di vista dell�Europa atlantica, essa � l�ultimo contrafforte. Ma se adottiamo il punto di vista del rapporto con il mondo africano e con l�Asia, allora la Sicilia diviene il luogo in cui il mondo occidentale riscopre l�islam non come il nemico che il discorso sullo �scontro di civilt� prefigura. Al contrario � un prezioso interlocutore con una tradizione culturale da offrire. E con il quale si pu� costruire una societ� che non sia solo quella piattamente globalizzata. Partendo, ad esempio, da una prospettiva tipicamente mediterranea come l�amore della diversit� che si esprime nella cultura conviviale e della conversazione, cos� lontana dalla logica del fast food. Lo dimostra l�atteggiamento positivo dei siciliani nei confronti delle ondate migratorie. Non si rischia il sincretismo o l�incontro senza problemi? No. Credo che attualmente ci sia una buona tensione al dialogo. Si pensi a una diocesi molto legata al mondo africano come Mazara del Vallo. Direi che c�� una disponibilit� che nasce dalle tradizioni antiche, rinnovate nella mentalit� comune di oggi. Quali frutti porter� l�incontro di Sant�Egidio? Il terreno � preparato e favorevole. Per� anche qui come altrove il cristianesimo ha una grande tradizione culturale di cui non sempre la gente � pienamente consapevole. Allora l�incontro pu� richiamare a tutti il fatto che il cristianesimo non � chiusura, bens� apertura. E pi� ampiamente che le religioni, oggi spesso menzionate come fattore di crisi e conflittualit�, sono invece di per s� - salvo le possibili deformazioni fondamentaliste - fattori di unione. Infine ricorda a chi pensava al fenomeno religioso come residuale e in via di esaurimento, che esso � invece al centro dei problemi del nostro tempo.
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