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03/09/2002 |
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Vertice fra le religioni |
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PALERMO. Seimila no al terrorismo: i leader religiosi e la gente comune si schierano contro la violenza �Con l�arma della fiducia e del rispetto verso gli altri popoli�. Il Meeting di Sant�Egidio decolla a Palermo: dibattiti di alto livello, pubblico attento, sale affollate nonostante l�imbarazzo della scelta. Ieri otto tavole rotonde di mattina - in cinema e teatri della zona del Politeama - pi� otto di pomeriggio, pi� sette incontri nelle parrocchie. Oggi la giornata finale con una processione in piazza e la lettura di un solenne appello di pace, condiviso dai 465 delegati. In realt�, quando si passa dalle parole ai fatti, dalle intenzioni agli scenari internazionali, il quadro � meno roseo. Un anno dopo gli attentati dell�11 settembre, lo sdegno e l�orrore rimangono unanimi. Ma le posizioni politiche, tra Stati Uniti ed Europa, si vanno differenziando. E le divergenze sembrano ormai evidenti, soprattutto se si affronta l�argomento dell�eventuale attacco all�Iraq di Saddam Hussein. � stato questo il tema di uno dei dibattiti principali di ieri (�Dopo l�11 settembre � inevitabile un conflitto di civilt�?�), in scena al Politeama. �Abbiamo sprecato una grande occasione, - ha detto il giornalista Gianni Riotta - le ondate di simpatia per gli Usa si sono risolte nel nulla. Negli Stati Uniti oggi prevale l�idea di poter risolvere tutto da soli. In Europa prevale invece l�ipocrisia e si dice no alla guerra contro Saddam. Forse l�attacco militare in questa fase � eccessivo, ma mi pare eccessiva anche lo spinta a non fare degli europei�. Di segno contrario invece alcuni degli altri interventi. Secondo il francese Bernard Kouchner, gi� rappresentante speciale dell�Onu in Kosovo, � �sorprendente dire che Saddam fabbrica armi senza averne le prove�. E in Algeria �la guerra civile sta facendo molti pi� morti che in Terra Santa ma nessuno ne parla�. In un altro dibattito il portoghese Mario Soares ha rincarato la dose contro gli Usa parlando di �centinaia di afghani deportati�. Dal canto suo il turco Mehmet Aydin, teologo musulmano, ha ricordato il giudizio di Silvio Berlusconi sulla superiorit� culturale dell�Occidente sull�Islam, definendolo �una generalizzazione nociva� di cui lo stesso premier si � poi dovuto scusare. Monsignor Diarmuid Martin, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha tentato di riportare il dibattito su una posizione unitaria: �Il messaggio che deve uscire da questo raduno dovr� essere quello di un �no� corale al conflitto�. Ha poi definito il terrorismo �il figlio delinquente della societ� globale�. Ultima sciabolata da Gianni Riotta �Pi� che un conflitto tra civilt�, vedo il conflitto tra tolleranza e in tolleranza. Sta a noi fare un salto di qualit�. I fondamentalisti islamici pensano che noi siamo soddisfatti di portare i figli da McDonald�s, di fare una settimana di ferie al Club Med e di comprare ogni tanto un computer. � davvero cos�? Sono questi i nostri valori? Se non sapremo rispondere, temo che lo scontro tra le culture finir� in una guerra che coinvolger� tutto il mondo�.
Francesco Deliziosi
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