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05/09/2002 |
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PALERMO. La pace nella giustizia innanzitutto, da realizzare anche grazie alla forza del dialogo e del confronto tra le religioni e un �no� fermo all'uso della violenza. � questa la condizione indispensabile per costruire un futuro di pace che consenta di vincere odi e fanatismi. Ne � convinto il cardinale Walter Kasper, responsabile del Dicastero per l'unit� dei cristani, ed � anche il senso dell'appello per la pace con il quale si � concluso ieri sera a Palermo il meeting "Religioni e culture tra conflitti e dialogo" promosso dalla comunit� di sant'Egidio.
�Dopo quel drammatico attacco � sembrato prevalere un certo pessimismo. C'era chi al dialogo preferiva l'uso di mezzi violenti. Noi, invece, vogliamo dare un segnale di speranza. Per una ragione semplice: al dialogo non c'� alternativa. Ed � importante quanto � avvenuto in questi giorni a Palermo, dove persone di chiese e religioni diverse hanno testimoniato che non c'� scontro tra le civilt� e che una convivenza � possibile. Con un punto essenziale condiviso anche dagli esponenti delle altre religioni: non si pu� uccidere nel nome di Dio. Lo ha affermato il Papa nella giornata di preghiera di Assisi di gennaio e lo si � ribadito anche nell'incontro di Palermo�.
�Spesso si fa un'ideologia dell'Islam come la si � fatta del cristianesimo quando si � strumentalizzata la fede per interessi politici. E se ci sono fondamentalismi nell'Islam, ci sono anche autorevoli "iman" che mettono in guardia da una pericolosa identificazione tra fondamentalismo e Islam e che ritengono l'estremismo religioso estraneo a questa religione�.
�Sono le due facce della stessa medaglia. Perch� la fede in Dio ha conseguenze anche sui comportamenti. Per il Cristianesimo i due comandamenti dell'amore verso Dio e verso il prossimo non possono essere disgiunti. Anche per le altre religioni vivere in pace con Dio ha come conseguenza vivere in pace con il prossimo�.
�Se crediamo nella forza della democrazia tutto dipende dalla volont� della maggioranza del popolo. Gli uomini religiosi sono una grande maggioranza nel mondo e la pace dipende anche dalla volont�, dalle intenzioni e dai desideri di questa maggioranza. Noi uomini di fede possiamo creare una base comune tra tutti i popoli che dica no ad ogni forma di intervento violento. La pace non � una cosa che cade dal cielo ma sorge dal cuore degli uomini dove solo Dio pu� entrare. Non va sottovalutata la forza spirituale rappresentata dalle religioni nella societ�.
�Le radici cristiane dell'Europa non possono essere negate e questo non vuol dire che siano uniche. Non esisterebbero senza la radice ebraica. Anche l'influsso islamico in Europa � ben evidente. Ma non ci sarebbe l'Europa senza l'azione esercitata nei secoli dal Cristianesimo. Questa verit� va definita con chiarezza. Senza quest'anima l'Europa non avr� futuro, perch� non basta affidarsi alle ragioni dell'economia�.
�In questo momento abbiamo alcune difficolt� nei rapporti con la Chiesa ortodossa di Mosca. Ma ci sono anche segnali di miglioramento e penso che gli attuali malintesi possano essere presto superati. Non vogliamo certo mettere in discussione l'identit� della Chiesa ortodossa, ovviamente sarebbe assurdo pensare che noi cattolici vogliamo "convertire" la Russia. Ma l'identit� si alimenta proprio nel rapporto con l'altro, nel dialogo, altrimenti diventa povera, arida. Per questo vogliamo l'ecumenismo e non il sincretismo o il relativismo tra le Chiese�.
�S� ci andr�, la data non � stata ancora stabilita ma sar� presto�.
�Il comportamento ecumenico � oramai recepito nella nostra chiesa. Il Papa � andato avanti e i fedeli lo hanno seguito. Le chiese non cattoliche non sono pi� considerate nemiche, non c'� pi� competizione o un'indifferenza tra le chiese. In questo mondo secolarizzato � necessario stare insieme. Questo Papa rappresenta un riferimento importante per tutti. Abbiamo costruito una rete di comunicazione tra le chiese e questo rappresenta una base da dove possiamo partire per realizzare un'unit� pi� completa. Con le Chiese ortodosse abbiamo scoperto un'eredit� comune immensa. Vi sono ancora passi importanti da compiere, vi � il problema serio sul modo di interpretare il primato del Papa, ma si � invertito il processo storico. Ora siamo in una fase di riavvicinamento che avr� i suoi tempi�.
�Gerusalemme � la citt� della pace, questo conflitto non pu� continuare con il suo prezzo quotidiano di sangue e di vittime per le due parti. Non ho una soluzione ma penso che ci sia una responsabilit� delle tre religioni monoteistiche. Ebrei, Musulmani e Cristiani devono collaborare per creare un clima nuovo, libero dalla spirale di odio in cui vivono oggi i giovani. Ma perch� Israeliani e Palestinesi possano trovare la via della pace � necessario anche un aiuto esterno (non penso ad un intervento militare) della comunit� mondiale, dell'Europa e degli Stati Uniti�.
�Non sono un politico, posso soltanto formulare i requisiti che giustifichino una guerra: deve essere l'"ultima ratio", vi deve essere un pronunciamento di un'autorit� mondiale come l'Onu, i mezzi devono essere proporzionati al fine che si vuole raggiungere. Ma non esistono le guerre giuste. Solo la pace � giusta: la pace "in giustizia", cio� nel riconoscimento pieno dei diritti umani�.
Roberto Monteforte
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