Dopo l�11 settembre ha ancora senso il dialogo tra le religioni e le culture? Il terribile attentato a New York � stato una dolorosa smentita non solo dell�ingenuit� di tanti, ma anche dell�indifferenza di troppi al destino del mondo. La crisi dell�ex Jugoslavia e dell�Africa non � stata sufficiente a risvegliare dagli happy years del dopo 1989. Lo ha fatto per� l�attentato di Bin Laden. Da allora si respira pessimismo nei rapporti tra mondi religiosi e civilt�. � come se la diffidenza potesse proteggerci di pi� da rischi eventuali. Al contrario, proprio pessimismo e diffidenza acuiscono le tensioni nella nostra societ� e nei rapporti tra i popoli.
Dopo l�11 settembre c�� bisogno di essere attenti alle minacce del terrorismo. Si poteva capirlo per tempo, ma oggi, ormai, ne sono convinti tutti. Lotta al terrorismo non pu� voler dire meno dialogo, ma pi� dialogo. Dopo l�11 settembre c�� bisogno di uno sforzo straordinario di dialogo tra i mondi religiosi e le culture. Lo ha ribadito Giovanni Paolo II convocando i leader religiosi del mondo ad Assisi nel gennaio 2002. Lo hanno affermato con una grande intensit�, da prospettive diverse ma convergenti, ebrei, cristiani, musulmani, buddhisti, credenti dell�India, umanisti, riuniti a Palermo dal 1� al 3 settembre al Meeting promosso dalla Comunit� di Sant�Egidio con l�arcidiocesi palermitana proprio sul tema "Conflitto o dialogo".
Dal cardinale Etchegaray al rabbino francese Sirat, dal teologo musulmano Smaili al polacco Geremek, al patriarca copto d�Etiopia Paulos, tutti hanno ribadito, con realismo e convinzione che oggi il dialogo non � solo la scelta delle "anime belle", ma una necessit� prioritaria in un mondo in grande trasformazione e difficolt�. Il dialogo � la risposta agli impazzimenti fondamentalisti o alle fughe settarie nell�odio, fino alla violenza terroristica. Il dialogo non � la risposta debole di chi apre la porta all�avversario minaccioso disarmando il proprio mondo, la propria religione, la propria identit�. Al contrario � la medicina e la cura per svuotare i giacimenti di odio e di incomprensione, che dopo i fatti dell�11 settembre sono cresciuti e rischiano di gonfiarsi ancor pi�.
Le religioni si sono incontrate senza confusioni sincretistiche, ma anche al di fuori di quei muri di pregiudizio e ignoranza ereditati dalla storia e dai contrasti recenti. In questo periodo di grandi tensioni, le donne e gli uomini di religione hanno bisogno di incontrarsi di pi�, soprattutto per resistere a quelle passioni che strumentalizzano le religioni per sacralizzare i conflitti, benedire le proprie guerre e i mezzi scelti per farle, e benedire anche nuove frontiere.
Un mondo disorientato da tante e profonde scosse telluriche, come la fine delle ideologie e del socialismo reale, crea tanta gente spaesata, in un pianeta sempre pi� globalizzato. Ma ha bisogno di tornare alla grande lezione di sapienza e santit� che viene dalle tradizioni religiose. A Palermo lo si � potuto percepire nell�atteggiamento della gente, che ha affollato gli incontri, posto domande puntuali e partecipato e contribuito a un intenso clima spirituale.
Sulla piazza Politeama, nel cuore della citt�, tanti si sono radunati per accogliere e fare proprio il messaggio di pace, sofferto e profondo, che i leader religiosi hanno lanciato a s� stessi e al mondo. Era il 3 settembre, ventesimo anniversario del barbaro assassinio del generale Dalla Chiesa. Nella voce calda di Rita Borsellino, che leggeva l�Appello di Pace, si � sentita l�eco di tanti dolori e di tante ferite. E la speranza di curarle.
Andrea Riccardi
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