Comunità di S.Egidio


 

11/09/2002


Dietro la porta c�� un nuovo medioevo

 

Dopo le celebrazioni dell�11 settembre, si avvicina l�ora x per Saddam Hussein. Ci sono validissimi motivi per mettere questo personaggio nell�impossibilit� di commettere altri crimini. Ma certamente altrettanti per spingere alla prudenza. Non per un distorto concetto di pace, ma per una serie di precauzioni che si devono prendere nell�affrontare il mondo islamico, con le grandi masse di diseredati in preda al fondamentalismo religioso.

Alla recente riunione della Comunit� di Sant�Egidio, a Palermo, in cui molti seminari erano dedicati non solo al dialogo fra le religioni ma anche ai conflitti attuali, Bronislaw Geremek, storico e politico polacco, ha fatto un�analisi della situazione mondiale di grande acutezza. Geremek traccia un parallelo tra la fine della guerra fredda con la caduta del sistema bipolare e la pace di Westfalia che nel XVII secolo consacrava il primato delle istituzioni politiche, dello stato nazione sulla religione. Questo sistema, che vive dal 1648, oggi � in crisi ed � possibile che si stia orientando in un periodo di torbidi e di conflitti generalizzati e di guerre di religione simile a quello che regnava prima della pace di Westfalia. A riprova, ci sono i 56 conflitti che hanno avuto luogo nel decennio successivo alla guerra fredda (1990-2000), di cui tre solamente erano fra Stati. Tutti gli altri erano guerre civili. Nelle guerre future, conclude Geremek, � possibile che gli stati siano sostituiti dalle civilt�, il terrorismo prender� il posto delle strategie militari e la proliferazione delle armi di distruzione di massa introdurranno la paura nella vita quotidiana.

Il dialogo fra le religioni � una componente importante per la ricerca di una pace che sembra molto lontana. La forza debole del dialogo, la strada dell�incontro fra persone di fedi diverse e con il mondo laico � la strada che la Comunit� di Sant�Egidio ha intrapreso da anni con pazienza e perseveranza. Vedere attorno a un tavolo i principali rabbini d�Europa e di Israele assieme a eminenti cardinali e personalit� religiose del mondo musulmano � certamente una visione che d� speranza. Quest�anno, a Palermo, erano presenti anche molti uomini del mondo laico, come Mario Soares, Giuliano Amato o Bertrand Kouchner, tutti consci che dopo l�11 settembre del 2001 la nostra strada � a un bivio.

Monaco e le debolezze delle democrazie occidentali aprirono la strada a Hitler. Per cui non ci debbono essere incertezze nell�affrontare l�intolleranza e i predicatori di odio, comprese certe frange religiose.Il dubbio ci assale quando l�obiettivo si sposta su un solo soggetto, astraendolo in certo modo dal contesto generale in cui si trova il mondo musulmano.Un attacco all�Iraq avrebbe senso solo per distruggere un pericolo immediato e verificato. Altrimenti farebbe esplodere la polveriera del Medio Oriente con conseguenze imprevedibili.

Spesso ai miei interlocutori musulmani dico che avrebbero bisogno, per stabilire un miglior rapporto con la loro religione, di un Galilei o di un Giordano Bruno. Ma il tempo stringe. E dietro la porta c�� il Medioevo prossimo e venturo.

Augusto Forti