Comunità di S.Egidio


 

17/09/2002

LE PREOCCUPAZIONI DELLA CHIESA
Sull�Iraq ricorso all�ONU senza doppiezze

 

Tra le preoccupazioni della Chiesa trovano spazio sia i problemi della societ� in cui essa � radicata sia quelli del mondo in cui essa vive: questa visione inclusiva della missione ecclesiale emerge puntualmente dalla prolusione che il presidente della CEI ha offerto ieri al Consiglio permanente dell�episcopato nazionale. La Chiesa ha sempre intuito l�interdipendenza dei popoli e l�unit� di destino della famiglia umana, anche in tempi in cui queste sembravano solo ipotesi sognatorie. La realt�, oggi, � quella di una globalizzazione inesorabile. Sempre pi� siamo convinti che da soli non c�� futuro. Le grandi povert� del mondo sono una questione di solidariet� ma anche un problema che incide sull�equilibrio e sulla sicurezza di tutti. �In un mondo sempre pi� piccolo e interdipendente � afferma il cardinal Ruini � la prosperit� e la sicurezza non si possono costruire e conservare da soli�. Proprio per questa dinamica �universalistica�, la pace � divenuta una preoccupazione crescente per la Chiesa del Novecento, come si vede dal magistero dei papi a partire dall� �inutile strage� di Benedetto XV sino alla guerra �avventura senza ritorno� di Giovanni Paolo II. Ma nel nuovo secolo, ci troviamo di fronte a una violenza bellica che, con nuove tecnologie, raggiunge una spettrale capacit� di colpire. Alla guerra degli Stati, si affianca quella delle reti terroristiche, ancor pi� spietate - se possibile � degli eserciti tradizionali. Come preservare la pace? Oggi, al centro del dibattito, torna l�eventualit� di una �guerra preventiva� all�Iraq. Ruini sente come necessaria, al riguardo, una vigilanza che prevenga il rischio di nuove e maggiori tragedie. Ma questo non significa �che possa essere intrapresa la strada di una guerra preventiva, che avrebbe inaccettabili costi umani e gravissimi effetti destabilizzanti...�. Il cardinale valorizza piuttosto �l�arma della dissuasione, esercitata nell�ambito dell�Onu�, non per� come mossa dilazionatoria, ma come impegno �sincero e solidale� da parte dei singoli Paesi pi� influenti cos� da indurre L�Iraq a dar prova di realismo e volont� di rispettare le intese.

Dopo aver sognato - con l�89 - una grande pace, ci stiamo abituando a convivere con la guerra. La cronicizzazione dello scontro israelo-palestinese �porta all�assuefazione� ma anche �a sottovalutare gli effetti dirompenti di questo conflitto sulla percezione che le popolazioni islamiche hanno del mondo occidentale�afferma Ruini.

La relazione del presidente della CEI, come del resto ogni analisi seria alla finestra del mondo, � pensosa e segnata da una profonda preoccupazione per il futuro. Spesso la preoccupazione diventa addirittura amaro pessimismo, per cui niente sarebbe pi� possibile. Non � esattamente la prospettiva di Ruini, per il quale i credenti guardano con speranza al futuro perch� sanno scorgere-i segni di Dio all�opera come anche le risorse dell�umanit�. La Chiesa si lascia quotidianamente modellare dalla sua esperienza del �Dio ricco di misericordia�. Icona che non appartiene alle convenzioni ma allo svelamento che Cristo - l�unico autorizzato - ha fatto del Padre. Ha ragione il cardinale quando afferma, riferendosi al nostro Paese: �In Dio continua a credere la maggioranza degli italiani, compresi i giovani...�. Se non si tratta allora di ripartire da zero, occorre tuttavia far uscire una certa immagine di Dio dall�indeterminatezza per renderla pi� plausibile, anzi indispensabile all�umanit� dell�uomo.

E� la misericordia che ravviva la missione e rianima le fibre della vita sociale, in vista di un�opera risoluta di bonifica e dedizione ai problemi concreti. Compreso quello dell�immigrazione, per il quale le invettive non servono. Conta la lucidit� e il realismo. Il Paese non chiede di vivere senza problemi, ma le condizioni per guardare con serenit� e senza scosse continue al futuro.

Andrea Riccardi