Comunità di S.Egidio


 

05/10/2002


Mozambico, pace difficile dieci anni dopo
Ricordati a Roma gli storici accordi firmati grazie alla mediazione della Comunit� di Sant'Egidio.
Riccardi: �Dimostrammo che � possibile fermare la guerra senza eIimianre l'avversario�

 

Da dieci anni � pace in Mozambico, ma quanto � costata la guerra. Quasi un milione di morti, un milione e sette-centomila profughi all'estero, circa quattro milioni di sfollati interni. Fa il bilancio Roberto Morozzo della Rocca, autore di Mozambico una pace per l'Africa, della collana "I libri di Sant'Egidio" delle edizioni Leonardo International.

Il saggio, che ripercorre tutte le tappe del difficile negoziato tra il partito marxista-leninista al potere (Frelimo) e l'opposizione armata del Renamo, � stato presentato proprio in occasione del decimo anniversario della firma di pace (4 ottobre 1992) a Roma, mentre in Mozambico, in un'altra cerimonia commemorativa, il capo di quell'opposizione, Alfonso Dhlakama � intervenuto assieme al presidente Joaquim Chissano e al capo del Frelimo, Armando Emilio Guebeza. C'era anche l'Italia, che � stata culla di questo trattato, con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, Cesare Salvi, vicepresidente del Senato, Mario Raffaelli ex sottosegretario agli Esteri e con don Matteo Zuppi della comunit� di Trastevere che partecip� (come Raffaelli) alle trattative.

L'intesa di pace firmata aRoma dieci anni fa prevedeva in primo luogo che vi fosse una cessazione immediata delle ostilit�. Le parti hanno rispettato gli accordi, ma questi anni non sono stati una luna di miele. Il Mozambico ha abbassato le armi, ma l'Aids continua a mietere vittime, tanto che l'aspettativa media di vita � di soli 32 anni. L'11% della popolazione � sieropositiva e una proiezione dice che a medio termine la percentuale salir� al 30.

Di questa pace difficile hanno parlato Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, il cardinale Achille Silvestrini, il sindaco di Roma Walter Veltroni, Lucio Caracciolo direttore di LiMes e Arrigo Levi che ha curato la prefazione del libro di Morozzo della Rocca. Perch� Roma? Perch� � stata l'Italia a "cospirare" per la pace. I rappresentanti del Mozambico avevano come interlocutore in Europa il Pci di Berlinguer, i governi italiani premevano per creare condizioni favorevoli di sviluppo nel Paese africano e, ultima non ultima, la Santa Sede voleva tutelare la minoranza cattolica ridotta dal governo afro-marxista al lumicino.

La Comunit� di Sant'Egidio, in un certo senso, ha annodato tutti questi fili. Riccardi, ricordando che le delegazioni discussero perfino il titolo con cui dovevano chiamarsi, oggi pu� dire che la grande acquisizione dell'esperienza del Mozambico �dimostra che la pace � possibile non con l'eliminazione fisica dell'avversario (Renamo e Frelimo si demonizzavano l'un l'altro), ma richiede l'ascolto dell'avversario�. Lo stesso concetto � rimarcato da Arrigo Levi: �L'avvicinamento alla pace, nel Medio Oriente come in Mozambico -. dice - � per� anche e necessariamente il frutto di una conversione, il cui primo passo consiste nel considerare il nemico non pi� come una cosa o un oggetto, ma come un altro essere umano capace di ragionare e di sentire)).

Dagli interventi risalta una cosa: la pace � pi� difficile da sostenere della guerra �Il Mozambico - spiega Veltroni - da solo non pu� farcela se il suo caso non � inserito nella cornice pi� ampia della questione africana. E necessario dunque l'intervento dell'Occidente pi� ricco�. La pace in Mozambico va letta propone Lucio Caracciolo- nel rapporto che ciascuna societ� ha.con la guerra. Tema oggi pi� che attuale. �Si � perso di vista il concetto -dice-che quando si parla di pace o di guerra, si parla in fin dei conti di azione politica. Prendere una strada o l'altra � una scelta politica�. Il cardinale Silvestrini invita poi a riflettere su un altro concetto che tende a sfuggire: la guerra non la decidono le masse, e la storia lo conferma. �La guerra - spiega - � una scelta fatta da pochi e prospettata poi alle masse che alimentano questo sentimento. Perch�, dunque, i pochi che scelgono la guerra, non decidono per la pace?�

Giovanni Ruggiero