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12/10/2002 |
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INDAGINE-DENUNCIA DELLA COMUNIT� DI SANT�EGIDIO SULLE RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI |
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Ripensare le Rsa. Convertire le residenze sanitarie assistenziali per anziani in strutture pi� agili, pi� nuove e pi� dinamiche. Soprattutto, lasciare agli anziani la possibilit� di vivere gli ultimi giorni nel proprio letto, tra le cose pi� care, la cucina, la poltrona, le foto di famiglia. In un naturale ambiente di vita, quello a cui si � abituati e affezionati, Chi va in una Rsa, dice qualcuno, non torna pi� indietro �e l� finisce il suo cammino, senza possibilit� d� tornare indietro�. �Voglio restare a casa mia� � il titolo scelto dalla Comunit� di Sant�Egidio per presenta-re un�ampia indagine sulle residenze sanitarie assistenziali di Roma e del Lazio. Sette strutture della provincia romana con un campione di 280 �ospiti� intervistati, per dimostrare che l�utenza media � formata da persone sole: anziani celibi o nubili, vedovi e in genere senza particolari problemi economici. La maggior parte viveva nella propria casa e il 20 per cento dai parenti, non necessariamente figli. Su 1 00 anziani (il campione si riferisce ultrasessantenni), ben 4� sono entrati in una Rsa in seguito a ricovero ospedaliero. Ma la soluzione non � temporanea: dall�istituto non si esce pi�. Il messaggio della Comunit� di Sant�Egidio � chiaro: �Non siamo favorevoli alle residenze sanitarie assistenziali�, hanno fatto sapere i �relatori� dell�indagine presentata, Mario Marazziti e Silvia Marangoni, �perch� dopo quindici anni di vita hanno fallito il loro obiettivo iniziale. Dovevano alleggerire le corsie degli ospedali dal sovraccarico degli anziani accogliendoli provvisoriamente, e invece hanno finito per diventare un ricovero a tempo indeterminato. Bisogna trovare un�alternativa anche perch� il modello � obsoleto e inefficiente�. Due, in particolare, sarebbero i punti dolenti degli istituti valutati. Il primo: l�alto costo per la sanit� pubblica. Il secondo, la dubbia qualit� del servizio. �Da quando sono nate�, ha proseguito Marazziti (di cui ospitiamo un contributo qui a fianco), �non hanno prodotto grandi risultati e quel che � peggio, su pi� della met� delle residenze analizzate abbiamo conosciuto una sola persona che � ne uscita�. Bilancio sconfortante. Ma il piano sanitario regionale che dice? �Ci piacerebbe che dalla Regione Lazio arrivasse un piano nuovo�, ha continuato Silvia Marangoni, �un piano di deistituzionalizzazione e di domiciliarizzazione. Affinch� i 5.000 nuovi posti in programma si aggiungano al fabbisogno esistente e si avvii un modello pi� vicino alle esigenze delle persone coinvolte�. L�alternativa, per gli esponenti della Comunit�, � curare questi malati a casa. Oppure potenziare i centri di sollievo, trasformare progressivamente le Rsa in centri diurni dove il personale delle residenze sanitarie �'nel mirino� venga reimpiegato senza perdere il lavoro. Insomma, non si pu� parlare di chiusura delle Rsa perch� �anche se il modello � in declino� gli operatori possono essere reimpiegati altrove. Nell�assistenza domiciliare ad esempio. Oppure, soluzione numero tre, potenziare dei condomini (ce n�� uno a Monteverde, finanziato interamente da una donazione di privati alla Comunit�) dove abitano 22 anziani, singoli o coppie, che �si aiutano� con la collaborazione di volontari di Sant�Egidio. C�� anche altro. Il terreno, a lungo battuto, delle dimissioni protette - un servizio di assistenza domiciliare rivolto agli anziani totalmente o parzialmente non autosufficienti, dopo un ricovero ospedaliero, al fine di facilitare le dimissioni dall�ospedale e il rientro nella propria abitazione - prevede degli investi -menti, realizzabili sulla carta ma non ancora nella pratica. E inoltre l�assenza, ieri, dell�assessore regionale alla Sanit� Vincenzo Saraceni, e del direttore dell�Agenzia di Sanit� Pubblica Franco Splendori non ha consentito un confronto alla pari sul tema proposto. Presente, invece, l�assessore comunale alle Politiche Sociali, Raffaela Milano, che ha ricordato i progetti del Comune per gli anziani, teleassistenza e centri di sollievo, e ha dichiarato l�obiettivo da raggiungere entro il 2005: assistenza domiciliare per 10.000 anziani soli e malati e almeno un centro di sollievo per ogni Municipio. E inoltre, Rsa pi� vicine al centro citt� e non dislocate alla periferia. Intanto, proprio gioved� un protocollo d�intesa � stato sottoscritto tra i primi quattro Municipi (I,II,III,IV) e l�Asl Rm A per un servizio di dimissioni protette dagli ospedali agli anziani. L�accordo, il primo di questo genere a Roma, prevede investimenti per oltre 257 mila euro, destinati ad attuare un servizio di assiStenza a domicilio, sociale e sanitaria, al momento delle dimissioni ospedaliere. �Si tratta di un accordo di grande rilevanza�, ha spiegato l�assessore Milano�, per assicurare alle persone anziane la possibilit� di vivere a casa propria in un ambiente di assistenza e cura. Con questo programma vogliamo anche contrastare la brusca interruzione dell�assistenza, di cui spesso gli anziani sono vittima dopo un ricovero ospedaliero e che spesso li costringe ad abbandonare la propria casa e a ricoverarsi in istituto�.
Brunella Bolloli
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