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17/10/2002 |
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GIORNATA DELLA MEMORIA |
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La giornata della memoria comincia da loro, da quei volti ragazzini che non sanno, per motivi anagrafici, quello che accadde 59 anni fa. 16 ottobre 1943, piove a dirotto quando i nazisti entrano nel Ghetto e caricano ebrei sani e malati sui camion che li porteranno in diversi campi di sterminio. 16 ottobre 2002, Piero Terracina, uno dei sedici sopravvissuti alla Shoa, tiene inchiodati alle sedie gli studenti del liceo Visconti stipati all�inverosimile nell�aula magna. Usa parole semplici che stridono con il suo calvario ricco di crudelt�, il silenzio � totale ma esploder� in un applauso liberatorio lungo cinque minuti quando quest�uomo oramai settantaquattrenne finisce di raccontare che cosa fu l�internamento. Al suo fianco il sindaco Veltroni � preso da forte commozione. A lui il compito di rendere giusto tanto dolore tornato prepotentemente a galla. � il giorno del ricordo con un filo di retorica che non piace a Terracina, ma pieno di spunti importanti. Non si parla solo di ieri, l�importante � appunto l�oggi. Veltroni ricorda che un marocchino � stato picchiato tanto da finire in coma perch� la storia non si conosce. Anche noi siamo stati emigranti, anche noi in America abbiamo mangiato il pane amaro di chi � mal tollerato. Anche noi abbiamo portato oltre Oceano il bene della nostra genialit�, il bene del nostro lavoro onesto e il male della mafia e della violenza col volto di Al Capone. Ora si ripropone lo stesso scenario in un�Italia che deve essere aperta al diverso proprio perch� memore della propria diversit�. �Bisogna capire e non dimenticare. Dopo tanto tempo ancora non si pu� dire che fascismo e antifascismo siano la stessa cosa�. E su questa dichiarazione scatta l�applauso. Piace ai ragazzi il discorso e uno studente chiede espressamente al Sindaco di aiutare i giovani a far s� che sia il bene a viaggiare da una scuola all�altra, con messaggi di integrazione. Si accenna anche ai silenzi e alle ambiguit� della Chiesa che sapeva e non parl� per non turbare i rapporti con la Germania e del Concordato tradito. Chiude ancora Terracina assicurando che, nonostante tutto, ha fiducia nell�uomo, le stesse parole usate da Anna Frank nell�ultima pagina del suo diario. Una coincidenza, forse, che nessuno ha notato. Sciamano alla rinfusa e qualcuno prima di rientrare in classe fa le sue considerazioni. Lavinia: �Terracina ci ha commosso con la sua testimonianza. Certo c�� stata poca informazione. Se prima gli insegnanti ci avessero preparato parlandoci di quel periodo storico sarebbe stato meglio, avremmo apprezzato di pi�. Il discorso del Sindaco? Giusto, ci mancherebbe altro, tanto giusto da suonare un po� banale�. Ma siamo solo all�inizio di una lunga giornata che li porter� in Sinagoga per la deposizione delle corone d�alloro ai piedi della lapide commemorativa. Ci sono Paserman, Toaff e qualche sopravvissuto con il fazzoletto a righe azzurre e blu degli ex deportati. C�� anche Lello, di quello che gli � capitato non ha mai voluto parlare: �Non mi ricordo e non mi voglio ricordare�. Passa anche Fassino che ha fatto deporre una corona, la sua � di fiori gialli. Sposta Terracina che si � frapposto tra lui e la lapide, non lo ha riconosciuto. Poi come gli altri parla dell�orrore da non dimenticare, della democrazia costata tanto, dell�enorme dignit� nella tragedia. Accenna al razzismo verso gli extracomunitari e al rispetto che si deve a quelli che parlano altre lingue. Un fatto di coerenza. Dura poco il giallo dello zainetto abbandonato nell�aiuola di fronte alla Sinagoga, era di un operatore sbadato ma per un attimo il panico � serpeggiato. Il pomeriggio � riservato a un convegno in Campidoglio di grande interesse dal titolo �Per un�Europa senza antisemitismo�. Dopo la prolusione di Veltroni, prende la parola il presidente delle Comunit� ebraiche Amos Luzzatto che ritrova un insieme di concause che portano al razzismo. Tra queste pure la rappresentazione che � data dell�ebreo che prevale sulla realt�. L�incontro di studio nasce da una collaborazione tra le Comunit� ebraiche e la Comunit� di S. Egidio ed � proprio il responsabile di quest�ultima, Andrea Riccardi, a riportare il discorso a Roma e al mutuo cammino che porta le due Comunit� verso la stessa strada nel rispetto delle differenze. �Quel 16 ottobre non � entrato subito nella coscienza dei romani, quei camion pieni di ebrei pronti per essere mandati a morte non hanno indignato subito. Per questo oggi si riparte da l�, dal Ghetto con la fiaccolata e la nuova strada�. Il Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni ha invece voluto sottolineare quanto un ritorno di intolleranza razziale sia pericoloso per l�Europa. Prima di Suzanne Bohme, Shmuel Trigano e Marc Szulc � stato Paolo Mieli che ha voluto porre l�accento sulle troppe �distrazioni� che hanno causato la Shoa, grazie a un quadro storico messo a fuoco con dei dati ai pi� ancora sconosciuti. Dopo cinquantanove anni, per ignoranza o per distrazione.
Michela Tamburrino
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