Comunità di S.Egidio


 

15/11/2002


Mozambico, 10 anni senza guerre ora il nemico da battere � l'Aids
Oggi a Genova incontro con don Zuppi, uno dei mediatori italiani nel '92.
Viaggio nel Paese dove muore un neonato su cinque

 

Ressano Garcia, frontiera con il Sudafrica: quasi l'America per chi vive in Mozambico. Ne giungono pi� di mille a settimana, sono mozambicani rimpatriati, presi di sorpresa nei posti di lavoro o per strada, non hanno nemmeno il tempo di raccogliere i loro beni. Rinchiusi in centri di detenzione, caricati a forza su treni che li riportano in patria, tra loro sono molti i malati di Aids. Forte � il sospetto che il Sudafrica scarichi in questo modo mano d'opera ormai inservibile, quasi fossero macchinari esausti. In Mozambico il virus Hiv entra anche cos�, e una persona su sette ormai � sieropositiva.

Il Mozambico � tra i paesi pi� poveri del globo, e un neonato su cinque muore prima di compiere un anno di vita. Ma non tutti ricevono un nome alla nascita: � pi� saggio aspettare e vedere se il neonato � venuto per restare o se ne andr� via presto. Ma i bambini pagano le conseguenze dell'Aids anche quando sono gli adulti a morire: l'Onu stima vi siano 420.000 orfani a causa dell'Aids solo che in questo Paese.

Anche a Matola, mezzo milione di abitanti alle porte di Maputo, gli orfani sono tanti. Un bimbo di circa due anni, che da alcuni giorni vaga in mezzo a una distesa infinita di casupole, denominata Matola C: anche i quartieri qui non hanno un nome. Qualcuno lo nota, lo porta al Centro nutrizionale della Comunit� di Sant'Egidio. Lo accoglie donna Rosa, che coordina il centro e ha preso con s� ormai diversi orfani. Altri piccoli si uniscono ad essi ogni giorno all'ora di pranzo, e il cortile della piccola casa si popola di una folla di bambini sottopeso, qui per ricevere un "supplemento di cibo" che per molti � l'unico pasto.

Tra essi, il medico nota S., in braccio alla sorella di 12 anni: � denutrito, spesso malato, e i genitori sono morti da pochi mesi. Il test rapido per l'Hiv conferma il sospetto: si tratta di un altro orfano dell'Aids. Con S. ci dirigiamo verso Maputo, all'ambulatorio dell'Ospedale di Machava, dove Sant'Egidio ha iniziato a curare i primi malati di Aids. L� un medico lo visita, e spiega alla zia le cure che ricever�. �Molti dicono che in Africa � impossibile curare l'Aids perch� la gente nega la malattia - ci spiega la coordinatrice del centro - ma se tu dai loro una speranza, cio� i farmaci antiretrovirali, la stessa cura che in Europa e Nord America ha migliorato e allungato la vita dei malati di Aids, allora la gente viene. La percentuale di malati che abbandona la cura � bassissima, e il numero dei pazienti seguiti dal nostro day hospital sta crescendo rapidamente�. Sotto il mango alcuni operatori dell'ambulatorio, rigorosamente mozambicani, sfogliano un libro di educazione sanitaria di base, insieme ad alcune donne. �Sono alcune nostre pazienti - ci spiega uno dei responsabili del centro - le vedi stare bene, ma quando abbiamo iniziato a curarle quasi non si reggevano in piedi�. Alcuni pazienti escono dall'ambulatorio stringendo in mano una bustina gialla: il sole e la luna indicano quando prendere la terapia, all'Africa priva di orologio non manca il senso del tempo.

Centro di Maternit� di Matola II: ogni giorno alcune donne incinte fanno il test dell'Hiv e scoprono di essere sieropositive. Con la vita possono trasmettere la morte al figlio che hanno in grembo: che dire loro? Sandra, giovane medico mozambicano, lavora con Sant'Egidio e trova il modo di ridare speranza e spiega. �Abbiamo fatto le analisi, e purtroppo tu sei malata. Ma abbiamo le medicine, e anche se non potrai guarire del tutto, potrai vivere a lungo e fare una vita normale. Ma soprattutto ti devi curare perch� il tuo bambino nasca sano: cos� potr� crescere bene, andare a scuola, giocare, fare sport�.

Una donna arriva al Centro di maternit� nelle prime ore del mattino, a piedi, con il piccolo in braccio: ha partorito nella notte, non poteva raggiungere la sala parto. La citt�� priva di trasporto pubblico, e dopo il tramonto circolare a piedi � pericoloso. Ma la volont� di far vivere il proprio figlio � una forte leva, su cui si basa la possibilit� di fermare l'Aids.

In Mozambico la povert� si coniuga con uno tasso di crescita fra i pi� elevati del mondo. La liberalizzazione dell'economia sta producendo una fragile ricchezza: beni di consumo sono disponibili per una ristretta elite, a prezzi paragonabili a quelli europei, mentre la maggioranza del Paese va a piedi, mangia un pasto al giorno e non ha accesso all'acqua potabile o alla scuola. Dalla pace siglata a Roma nel 1992 i progressi sono evidenti: ma la ripresa economica pu� essere spezzata dall'Aids. La stabilit� politica e la tolleranza del Paese stanno attirando i farmer bianchi in fuga dallo Zimbabwe di Mugabe, turisti col windsurf alla ricerca di nuove coste giungono, ma se non si curano i medici e gli insegnanti colpiti dall'Hiv, non c'� investimento straniero che possa assicurare un futuro al Paese.

�Dobbiamo ampliare rapidamente il numero di persone raggiunte dalla terapia� spiega Leonardo Emberti, responsabile del progetto di Sant'Egidio �perch� le previsioni sono catastrofiche. Secondo fonti americane, a causa dell'Aids la vita media in Mozambico pu� scendere sotto i 30 anni entro il 2010�.

Doriano Saracino