Comunità di S.Egidio


 

28/11/2002


Sant'Egidio e gli anziani di Roma

 

Trenta anni fa a Roma per la prima volta qualcuno a Roma cominciava a mettere a tema, nell'immaginare la citt�, anche gli anziani: Sant'Egidio, alcuni operatori sociali, qualche collaboratore di don Di Liegro. Era la Roma dei giovani in movimento nelle scuole e nelle strade, dei borghetti e delle borgate, prima del grande "cambio" amministrativo. E gli anziani erano pochi, meno di un romano su dieci. Una parte, quelli che parlavano romanesco, abitavano ancora le case del centro, da Trastevere a Campo dei Fiori; in periferia gli anziani, romani e immigrati dal Sud, assaggiavano il sapore sconosciuto di essere un po' spersi, una specie di sopravvissuti di un mondo di paese che non c'era pi�, in una Roma in grande crescita.

Di l� a poco � cominciata un'espulsione lenta dal centro degli antichi abitanti, la crescita della grande cintura periferica dei nuovi quartieri, dalla Palmiro Togliatti a Vigne Nuove e Corviale, mentre Roma � andata invecchiando. Oggi chi arriva a ottant'anni pu� sperare di viverne altri otto, in media, e chi arriva a sessanta pu� sperare di viverne pi� di venti. Lo dicono le statistiche. E quasi un romano su cinque, in questa capitale che ha smesso la sua espansione, � un anziano.C'� stata una mutazione antropologica e di modelli di vita che negli anziani diventa molto spesso drammatica. Ruolo sociale poco o nulla. La famiglia romana, indebolita, meno stabile, in case pi� piccole, non ce la fa ad assumersi da sola i problemi di salute dei propri vecchi, quando emergono. L'industria della lungodegenza, delle residenze sanitarie assistenziali, delle case di riposo, delle "villette" non ha smesso di crescere, e concludere lontano da tutto quello che si � vissuto i propri giorni � diventato normale, anche se spesso si scende sotto la soglia della dignit� umana minima tollerabile.

Era il 1975 quando un'anziana trasteverina, di straordinaria vitalit� e salute, acuta e piena di humour, "appoggiata" per qualche giorno in un istituto dai parenti e trattata da vecchia a perdere (capelli tagliati, massificazione), aveva smesso di mangiare e si era lasciata morire in due settimane, pur senza malattie particolari. La Comunit� di Sant'Egidio vi aveva letto un'anticipazione del futuro. Vecchiaia e solitudine, indifferenza e anonimato, che diventano una miscela letale. Da l� � iniziato un lavoro perch� si possa rimanere e essere aiutati in casa propria, per restituire dignit� anche alla terza e quarta et�. Si sono inventate le prime casefamiglia e caseprotette, che restano per�, ancora, esperienze esemplari ma isolate. Invertire la direzione della spesa sociale e sanitaria dall'istituzionalizzazione di massa ai servizi a domicilio sarebbe un grande risparmio, un sostegno per le famiglie, un guadagno di civilt�. E non � impossibile.

Andrea Riccardi