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28/11/2002 |
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C'� una buona notizia e una cattiva notizia. La buona notizia �: gli anziani sono il futuro di Roma. Quella cattiva �: se non ne siamo convinti ci aspettano tempi davvero difficili. La citt� che prima delle altre non avr� paura di partire dagli anziani diventer�, prima e meglio di tutte le altre, la citt� del futuro. Che non vuol dire citt� da fantascienza, con i tappeti rotolanti al posto dei marciapiedi, o un luogo dove tutti stanno a casa davanti a uno schermo, mentre un robot fa le cose al posto nostro. La citt� del futuro � quella in cui il maggior numero possibile di persone, indipendentemente dalle risorse che si hanno, riesce a vivere con dignit�. Una citt� dove diminuisca e non cresca la fatica di vivere. Roma � in tempo per diventare questa citt� del futuro. Negli ultimi trent'anni gli anziani nella nostra citt� sono raddoppiati. I censimenti ci dicono che erano pi� o meno 250 mila nel 1971 e 450 mila oggi: da otto su cento a quasi diciotto su cento. Trent'anni fa c'erano 36 anziani ogni 100 bambini (e ragazzi) sotto i 14 anni. Adesso ce ne stanno 129 ogni 100. � per questo che sottovalutare questa realt� in cui tutti siamo immersi sarebbe stupido. Sarebbe alla fine (anche al principio) un danno per tutti, per i vecchi di oggi e per quelli di domani (che poi sono quelli che hanno tutto il potere di decidere e di influenzare la nostra vita quotidiana oggi). Siamo in tempo per evitare un grande errore, come quello che port� ad eliminare, una trentina di anni fa, tutte le linee di tram elettrici e di filobus per sostituirle con i modernissimi �autobus�. Allora in pochi si interrogavano sulle conseguenze per l'inquinamento, la qualit� della vita, la salute. Adesso bisogna correre ai ripari anche se � faticoso e costoso. Nel caso degli anziani, evitare errori � pi� facile: perch� non occorre avere la capacit� di leggere i segni dei tempi prima che facciano capolino nella nostra vita. Gli anziani sono gi� oggi una straordinaria presenza nella citt�, anche se tante volte non si sa bene come valorizzarla e proteggerla. Strano a dirsi - perch� non ci pensiamo mai - ma gli anziani sono l'unica risorsa naturale che nel mondo cresce. Sarebbe intelligente non solo �venire a patti con la vecchiaia�, ma immaginare come fare di questa et�-in-pi� una risorsa per l'intera citt�. Se un servizio va bene per chi � pi� vecchio, va ancora meglio per gli altri. Se un comportamento va bene per chi � vecchio, va ancora meglio per chi vecchio non �. Se gli anziani diventassero l'unit� di misura, Roma sarebbe irriconoscibile, in meglio. Proviamo a chiudere gli occhi e immaginarci come sarebbe: alle Poste e in circoscrizione ci sono sedie sufficienti, allo sportello parlano chiaro, ti guardano in faccia sempre, dicono �scusi� se devono assentarsi un attimo. Gli immigrati come nemici? Certamente no, visto che senza non ce la farei a uscire di casa. Vita culturale come e pi� di adesso, visto che essere vecchi significa anche entrare nella fase della vita dove il tempo libero diventa tutto il tempo, o quasi. I soldi per evitare di smantellare un luogo della memoria (che ci aiuta a restare civili e a non imbarbarire) come il museo della Liberazione di via Tasso, si troverebbero prima e non tardi. Dobbiamo continuare a immaginare questa citt� del futuro e fare in modo che Roma le somigli sempre di pi�.
Mario Marazziti
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