Comunità di S.Egidio


 

11/12/2002


Mozambico, l'ora della verit�
La Comunit� di Sant'Egidio presenta domani il libro di Morozzo della Rocca sul tormentato Paese
Dieci anni fa la pace, ma ora c'� il flagello dell'Aids

 

A dieci anni dagli storici accordi di Roma (4 ottobre 1992) che portarono alla pace nel Mozambico, la Comunit� di Sant'Egidio presenta a Genova "Mozambico: una pace per l'Africa" (Leonardo International), di Roberto Morozzo della Rocca, storico dell'Universit� di Roma Tre, gi� autore di saggi sulla realt� delle chiese ortodosse e sulle vicende dell'Albania e del Kosovo. Attraverso una ricca e dettagliata documentazione, Morozzo della Rocca ricostruisce le complesse e tormentate fasi delle trattative, svoltesi a Roma, che impegnarono per oltre due anni governo e guerriglia mozambicana. Presente Andrea Chiappori, responsabile genovese di Sant'Egidio, a parlare dell'interessante libro, domani pomeriggio alle ore 17.30 presso la sala convegni Banca Antonveneta di piazza De Ferrari (ingresso da via XX Settembre 41, 3 piano), saranno Antonio Di Rosa, direttore del Secolo XIX, Massimo Alberizzi, inviato del Corriere della Sera e Adriano Giovannelli, preside di Scienze politiche dell'Universit� di Genova. Abbiamo intervistato l'autore.

Il Mozambico: una storia tribolata...
�Il Paese, colonia portoghese, ha raggiunto l'indipendenza nel 1975 dopo una lunga guerra iniziata nella met� degli anni Sessanta, ma gi� l'anno successivo � scoppiato il conflitto tra il Frelimo (Fronte di liberazione del Mozambico), movimento marxista-leninista giunto al potere, e la Renamo (Resistenza nazionale mozambicana), supportata inizialmente da elementi ex-coloniali, servizi segreti della Rhodesia e del Sudafrica ma divenuta poi autoctona, che in dodici anni di combattimenti avrebbe causato oltre un milione di morti e reso il Mozambico uno degli stati pi� poveri al mondo�.

Quali le ragioni dello scontro?
�L'ideologia c'entra solo in parte. Se � vero, infatti, che la Renamo contestava la legittimit� del governo del Frelimo, accusato di essere oppressore e illiberale, non vanno sottaciute le rivalit� regionali: ad un Frelimo, espressione del sud del Paese, relativamente pi� prospero, faceva riscontro la guerriglia della Renamo, espressione dello scontento del pi� povero centro-nord�.

In tutto questo come si � inserita l'azione mediatrice di Sant'Egidio?
�Tutto � nato da un progressivo rapporto d'amicizia consolidatosi nel tempo tra la Comunit� di Sant'Egidio e la Chiesa cattolica e la societ� mozambicana. Dopo l'invio di aiuti umanitari (una nave della solidariet� part� proprio dal porto di Genova nel 1988) ci si rese conto che a ben poco sarebbero serviti questi aiuti qualora non si fosse riusciti a fermare il flagello della guerra. Cos� iniziarono i primi tentativi di Sant'Egidio di entrare in contatto con le parti in conflitto�.

Un compito arduo?
�Soprattutto per quanto riguarda la guerriglia, realt� misteriosa e con una dirigenza nascosta nella foresta mozambicana: la prima difficolt�� stata l'individuazione di interlocutori credibili, presenti in Europa, che potessero fare da tramite con la Renamo�.

Come persuadere le due parti in lotta a sedersi allo stesso tavolo per una trattativa?
�Questo � stato il punto pi� controverso: il reciproco riconoscimento della dignit� dell'avversario. Per il Frelimo i guerriglieri della Renamo non erano altro che bandidos armados, mentre costoro non riconoscevano la legittimit� del governo in carica, pretendendo di essere accettati come parte negoziale su un piano di assoluta parit�.

Eppure, a dispetto di difficolt� e incomprensioni apparentemente insormontabili, i "dilettanti della pace" di Sant'Egidio sono riusciti in un'impresa che sembrava impossibile. Come si � arrivati alla firma degli accordi di pace di Roma del 4 ottobre 1992?
�Con molta pazienza, due anni di trattative e una particolare qualit� dei mediatori che, senza seguire schemi preordinati, sono riusciti a entrare nella dimensione antropologica dei mozambicani, astenendosi da forzature e favorendo sempre il dialogo e la ricerca degli elementi di unione, come sottolineato da Andrea Riccardi nel discorso in occasione del primo incontro ufficiale�.

Una trattativa lunga, a tratti estenuante
�La fretta e l'impostazione di certe diplomazie "muscolose" possono essere controproducenti e portare ad accordi affrettati, fragili e destinati a crollare, come ci insegna il recente caso dell'Angola, dove all'indomani delle elezioni � ripresa la guerra civile. Fondamentale, nelle trattative di Roma, � stata la faticosa costruzione di garanzie che assicurassero la pace una volta cessato il fuoco: gli specifici accordi, ad esempio, in merito alla reciproca smobilitazione e alla costituzione di un esercito comune andavano in questa direzione�.

Quale il momento pi� difficile?
�Nell'estate del 1991, al momento di sottoscrivere quei protocolli d'intesa che, attraverso un reciproco riconoscimento (realt� politica della Renamo, accettazione del governo del Frelimo), avrebbero permesso il decollo della trattativa�.

Joaquim Chissano e Afonso Dhlakama: quali le personalit� dei due leader?
�Il presidente Chissano, gi� ministro degli esteri, si � dimostrato un politico moderno, dalle ampie vedute, di esperienza internazionale. Dhlakama, si � rivelato invece espressione di un Mozambico pi� profondo, etnico, legato alla figura del capo tradizionale�.

Boutros-Ghali, allora segretario dell'Onu, ha parlato in termini elogiativi di "pace italiana"
�Tre dei quattro mediatori (Andrea Riccardi e Matteo Zuppi di Sant'Egidio, Mario Raffaelli in rappresentanza del governo italiano, l'arcivescovo di Beira Jaime Gon�alves ndr.) erano infatti italiani e a Roma, nella sede trasteverina di Sant'Egidio si sono sempre svolte le trattative. Ma l'originalit� di questa pace italiana � consistita nell'inventiva, fantasia e pazienza messa in campo dai mediatori che hanno sempre cercato di persuadere pazientemente, rispettando l'africanit� dei contendenti e cercando un linguaggio comune�.

Gli accordi di Roma come modello per la risoluzione dei conflitti africani?
�S�, purch� ci si ispiri ad essi come ad un laboratorio di dialogo e non si pretenda di usarli a mo' di fotocopia, in quanto ogni conflitto ha la sua storia. E' interessante per� notare come Mandela si sia rifatto allo spirito delle trattative romane per la questione del Burundi�.

Dieci anni di pace: quale bilancio per il Mozambico?
�Politicamente � un paese dalla democrazia abbastanza solida, se riferita agli standard africani. Anche l'economia, nonostante le calamit� naturali e la persistente povert�, � migliorata e il reddito pro-capite � andato quadruplicandosi in questo decennio. Il vero flagello ora � un altro�.

Quale?
�L'Aids, dovuto essenzialmente ad una mala-sanit� (assenza di siringhe mono-uso, trasfusioni senza controlli, mancanza di strutture ospedaliere), che sta colpendo una percentuale pari al 15% della popolazione. Una vera emergenza, su cui Sant'Egidio si � attivata e di cui la comunit� internazionale dovrebbe farsi maggiormente carico�.

Sant'Egidio "longa manus" del Vaticano, come insinua qualcuno?
�Sant'Egidio si assume la responsabilit� di ci� che fa. Non � un'emanazione della Santa Sede e i suoi membri sono cittadini italiani, non certo dello Stato del Vaticano�.

Paolo Battifora