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14/12/2002 |
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Compie un anno il ristorante di Sant�Egidio gestito da disabili. Una scommessa vinta |
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Maurizio ha iniziato col vino della casa, il Cerveteri rosso. Ma col tempo ha imparato a spiegare anche che cos�� quel vino rosso pi� raro che viene dal Trentino, un La Vis, o quel bianco siciliano Donnafugata che si chiama Tancredi. Maurizio � uno dei disabili che tengono in piedi la �Trattoria degli Amici� a Trastevere, in piazza Sant�Egidio. Con grande bravura: Maurizio, pensate, � un sommelier astemio. Compie un anno questa piccola e calda trattoria cresciuta come un fungo buono e raro nella baraonda serale di Trastevere. Era una scommessa lanciata dai volontari di Sant�Egidio che si occupano di disabili mentali. E ora dopo un anno di vita intensa � una scommessa vinta. Luciano, un gentile down di 34 anni, va avanti e indietro per le tre salette del ristorante ben apparecchiate e sempre piene. Il suo cruccio sono le posate (che sistema insieme ai suoi compagni nel pomeriggio) e soprattutto il cesto del pane. Luciano controlla che ci sia sempre pane in quei cestini della trattoria. La sua vita, prima di qui, era presto detta: una casa di campagna, nel Reatino, con le galline per unica compagnia durante la giornata. Insomma, una vita non vita. Qui Luciano ha trovato il suo lavoro. Sono nove i disabili che insieme ai volontari di Sant�Egidio (guidati da Rinaldo e Giuseppe) danno vita alla trattoria, ogni sera fino alle 23.30 (domenica esclusa). Alcuni di loro sono part time e prendono 500 euro al mese, altri sono a tempo pieno e di euro ne percepiscono 1.000. Poi nella notte hanno imparato a far ritorno a casa, lontano lontano, con i �notturni� fino ad Ostia e alla Tiburtina. Una rivoluzione. In cucina regna Lamine, un tunisino di 49 anni, circondato da disabili come Natalina o Amelio. Si tagliano verdure, si lavano insalate a lungo, si preparano ingredienti. Il pasto costa dai 20 ai 25 euro. In sala non si siedono pi� soltanto i giovani di Sant�Egidio. Ieri c�erano studenti americani della John Cabot, trasteverini residenti, giovani, perfino un grande chef come Antonello Colonna, venuto per curiosit� e solidariet�. �Sono qui per provare i loro piatti romani - ha detto - e torner�
Paolo Brogi
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