Comunità di S.Egidio


 

19/12/2002


Un giocattolo usato per aiutare i bimbi sfortunati del Mozambico
Cinquanta scuole della Liguria partecipano all'iniziativa di solidariet� ideata dalla comunit� di Sant'Egidio

 

Come spiegare a bambini nati e cresciuti nel centro di Genova come vivono i loro coetanei che abitano nel cuore dell'Africa? Come spiegare agli uni che sono ricchi di beni morali e materiali, che gli altri invece sono privi di tutto, a volte anche della carezza di una madre? Mettere in comunicazione due mondi cos� distanti, una scuola del centro di Genova e un villaggio di capanne del Mozambico, � un'alchimia che riesce a pochi. Ma basta un adulto che, facendo parte del volontariato spiega efficacemente una realt� che tocca, che vive, e un gruppo di bambini che ascolta con tenera condivisione, complici di un'infanzia che sentono negata, perch� si realizzi un contatto. E da l� si scopre che miracolo pu� mettere in moto un giocattolo dimenticato in una cassapanca, surclassato da decine di altri giocattoli, e riproposto infine a nuova vita.

Oltre cinquanta scuole genovesi (materne, elementari e medie) partecipano in questi giorni al Rigiocattolo, una iniziativa che la Comunit� di Sant'Egidio propone ogni Natale oramai da quattro anni. Un meccanismo semplice. Si raccolgono i vecchi giocattoli che vengono quindi venduti in mercatini (a Genova in questo fine settimana in Largo Pertini, ma la stessa iniziativa ha coinvolto Rapallo e Castelnuovo Scrivia) e l'intero ricavato � poi devoluto ad un progetto di sostegno delle persone malate di Aids in Mozambico. L� dove il 15 per cento della popolazione � malata, l� dove non esiste un ambulatorio a "coprire" un territorio grande tre volte l'Italia e dove migliaia di bambini sono orfani. Lo scorso anno la comunit� Sant'Egidio ha raccolto 150 milioni delle vecchie lire.

I bambini della III C della elementare Maria Mazzini di Castelletto, con la maestra Anna al fianco, sono attenti e curiosi davanti a questa lezione di vita lontana e sofferta che tiene Renato Costa volontario di Sant'Egidio: con diapositive cariche di sguardi e di emozione (�guarda guarda otto bambini sotto la stessa stuoia�) e una narrazione fluente che "dipinge"capanne, fiumi torbidi e la casa di Mamma Rosa che nutre e coccola tutti gli orfani che pu�, Renato Costa conduce per mano questo gruppetto di bimbi verso il mondo della solidariet�. Non facile spiegare ai pi� piccoli che � giusto tirar fuori dal baule il vecchio peluche e separarsene per aiutare chi gioca (quando gioca perch� spesso lavora e duramente) solo con i palloni di stracci, e ha la malattia dentro casa. Cos� il volontario di Sant'Egidio parte da vicino, dalla plastica dei giocattoli che non � riciclabile, che inquina se bruciata, per arrivare al gesto del riutilizzo. E nel riutilizzo, il raggiungimento di un obiettivo che va ben aldil� dell'ecologia: la salute di un bambino, la sopravvivenza di suo padre, di sua madre. Un peluche da solo � incapace di smuovere mezzo mondo, ma con mille Barbie e diecimila automobiline forma una catena che non si spezza. Tutti gli scolaretti della III C hanno perfettamente capito quanto importante � stata la visita in soffitta.

Il ricavato di Rigiocattolo in questi ultimi tempi ha consentito di ricostruire un villaggio distrutto da un'alluvione, ha gi� salvato, con la somministrazione di un farmaco, 50 bambini appena messi al mondo da mamme sieropositive e conta di sostenere pi� malati possibile. La terapia di un anno, in Africa, costa 400 euro.

Donata Bonometti