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23/12/2002 |
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Da qualche anno, ormai, per molti genovesi, quella del �Rigiocattolo� � quasi una tradizione. Nell�ultimo fine settimana prima di Natale, quando la nevrosi da shopping si � ormai impossessata dei genovesi che affollano le vie del centro, si risale faticosamente via Venti Settembre con le braccia cariche di sacchetti, si arriva a piazza De Ferrari e in largo Pertini, di fronte al teatro Carlo Felice, e si ritrovano le bancarelle colme di giochi, il palco con i ragazzini che cantano, le mostre sull�Africa e sul riciclaggio. Quella che � iniziata sabato mattina, e che � proseguita per tutta la giornata di ieri, � la quarta edizione: i bambini e i ragazzi del �Paese dell�arcobaleno�, cio� il movimento dei pi� piccoli, che fa capo alla Comunit� di Sant�Egidio, hanno raccolto per mesi i loro giochi usati, quelli dei loro amici e delle loro scuole, li hanno smistati, puliti e sistemati, e adesso li vendono �perch� - spiegano - anche se siamo piccoli e non abbiamo tanti soldi possiamo sempre aiutare chi � pi� povero di noi�. Tutto il ricavato della fiera, infatti, servir� a sostenere il progetto di Sant�Egidio per la prevenzione e la cura dell�Aids in Mozambico, nel sud dell�Africa. In particolare per la parte del programma che si occupa di curare le donne in gravidanza e i piccoli mozambicani. E con orgoglio che i ragazzini ricordano l�edizione 2001, quando con il ricavato dei Rigiocattoli in decine di citt� d�Italia e d�Europa i medici volontari della Comunit� hanno curato migliaia di loro coetanei africani. Sono decine i neonati figli di madri malate che grazie alle medicine sono nati sani: un piccolo, enorme, miracolo di cui i giovanissimi venditori di piazza De Ferrari si sentono un po� partecipi. Passeggiando tra gli stand della piazza non ci sono solo i ragazzini, ma un mosaico umano ricco e differenziato: a dare una mano sono gli anziani che vendono i loro lavori per aiutare l�Africa, i giovani universitari che raccontano della solidariet� di Sant�Egidio nel mondo, diversi adulti e moltissimi ragazzi dalle scuole superiori. Per lo pi� arrivano il pomeriggio, dopo l�ultima mattinata di scuola prima delle vacanze di Natale, ma qualcuno c�� gi� dal mattino e un gruppetto si unisce dopo il passaggio del corteo degli studenti medi. Luca ha 17 anni e lunghi capelli biondi: in questo periodo ha smistato i giochi, li ha raccolti a scuola con i suoi amici e ora � in piazza a venderli, lo fa gratis e lo fa per l�Africa: a rigor di termini � un �volontario�, ma a atteggiarsi da eroe non gli riesce proprio. �Io vado ancora al liceo - spiega - e di certo non posso partire per l�Africa, ma la raccolta e vendita di giochi � un modo semplice e concreto di fare qualcosa per sostenere il Mozambico�. L�unico modo per fare qualcosa, d�accordo, ma perch� uno a diciassette anni deve fare qualcosa per l�Africa? Luca ha le idee abbastanza chiare: �ci sono due ragioni - spiega con un sorriso - la prima � perch� ci si diverte, e la seconda � che dopo una giornata cos� ti senti un po� come quando ti fai una doccia: stai bene con te stesso�.
Sergio Casali
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