Comunità di S.Egidio


 

27/12/2002


Avvocati e medici a servire in tavola i barboni
Alla comunit� di Sant'Egidio gara di solidariet� per il pranzo del 25 dicembre nelle chiese dell'annunziata e si San Carlo di via Balbi

 

Medici, avvocati, impiegati, commesse e imprenditori. Chi con la moglie, chi anche con i figli piccoli. Chi da solo. Per passare un Natale davvero insieme con gli altri. Sono stati quattrocento i volontari che il giorno di natale hanno partecipato al pranzo organizzato come tutti gli anni dalla comunit� genovese di Sant'Egidio.

A tavola si sono messi l'uno accano all'altro anziani soli, stranieri, persone senza fissa dimora o nomadi che sanno che ogni anno la comunit� genovese organizza un appuntamento per tutti quanti vogliono partecipare. Aperto a tutti. E quest'anno sono stati serviti milleduecento pasti nelle due sedi scelte dai responsabili della comunit�: la chiesa dell'annunziata e quella di San Carlo, pochi metri sopra, in via Balbi. �Sono stati moltissimi gli stranieri che sono arrivati a passare il Natale insieme con noi, - spiega Doriano Saracino, uno dei volontari della Comunit� di Sant'Egidio -, centinaia di persone arrivate dal Maghreb, dall'Africa, dall'America Latina�.

Ma ancora pi� significativa � stata la presenza di tante facce nuove, genovesi di tutti i quartieri e di tutte le professioni, che si sono presentati a gruppetti, con i familiari o da soli a bussare alla porta della comunit�, la mattina di natale chiedendo semplicemente: �Siamo qui, possiamo aiutare?�. �Moltissimi si sono uniti a noi all'ultimo minuto - prosegue Doriano Saracino - gente che non avevamo mai visto prima, ma che aveva sentito parlare della nostra iniziativa e ha voluto essere con noi. Siamo abituati a incontrare queste persone una volta all'anno, il giorno di natale: arrivano per trascorrere la festa in maniera veramente autentica. Ma quest'anno ne abbiamo visti di pi�, � come se tanti genovesi avessero davvero sentito il bisogno di dare un senso profondo a queste giornate.�. E cos� tante storie personali si intrecciano. C'� una famiglia che ha cominciato a trascorrere il Natale con i poveri della comunit� tanti anni fa quando i figli erano soltanto bambini piccoli: poi � passato il tempo e i ragazzi, cresciuti hanno preso il posto dei genitori. �Ci sono ragazzi stranieri cresciuti e ambientati in Italia che non dimenticano chi proviene, magari con meno fortuna, dallo stesso paese di origine - prosegue Saracino -. Qualcuno, dopo aver trascorso il pranzo di natale con noi rester� ad aiutarci, magari come l'ottico genovese che � andato in Albania a fare visite ai bambini. Altri invece torneeranno soltanto il prossimo anno, proprio in occasione del Natale�. Il mondo dei volontari che gravitano introno alla comunit� di Sant'Egidio � molto variegato, e sono tanti i motivi che portano i genovesi ad avvicinarsi a un mondo che vive agli angoli dei marciapiedi. Fatto di storie sconosciute.

�C'� tanto bisogno di pace, lo abbiamo sentito parlando con le persone che sono state con noi in queste giornate di festa - prosegue Doriano Saracino -. Proprio per questo motivo, il primo gennaio abbiamo organizzato una marcia della pace che partir� dalla chiesa dell'annunziata alle 15.30 e raggiunger� alla fine la cattedrale di San Lorenzo dove a celebrare la Messa ci sar� monsignor Alberto Tanasini�. In marcia i volontari della comunit� di Sant'Egidio porteranno cartelli con i nomi dei Paesi che oggi vivono in guerra. �E sono davvero tanti�, dice Saracino. Alla marcia per la pace i volontari invitano tutti i genovesi che sentono un profondo desiderio di pace. Un desiderio che si � concretizzato nel pranzo di Natale pi� affollato che la comunit� ricordi. Forse perch� i poveri nella nostra citt� sono tanti. O forse perch� c'era voglia di ritrovare un Natale davvero diverso.

Monica Bottino