Comunità di S.Egidio


 

28/12/2002

Il 1� � la Giornata mondiale per la pace
Le chiese cristiane di Firenze in preghiera contro la guerra

 

Scontro delle civilt�? Con tutto il rispetto per Samuel Huntington, autore del testo pi� citato e forse pi� abusato dai sostenitori dei conflitti inevitabili, l�impressione � che si sia voluto dare uno sbocco teorico alla paura: razionale, ma non ragionevole, riunendo sotto un�immagine indistinta popolazioni percorse da tendenze e approcci alla realt� diversi. Insomma: anche la Thatcher e Jospin sono espressivi della civilt� occidentale, ma non per questo la pensano alla stessa maniera. Tuttavia gli scontri, se non si lavora per evitarli, possono produrre guerre.

Il primo gennaio � la Giornata mondiale per la pace e viene accompagnata da un messaggio speciale di Giovanni Paolo II cha ha invitato la gente, non solo i credenti, a raccogliersi per trovare sbocchi alternativi ai conflitti.

Come sar� vissuta a Firenze? La Comunit� di Sant'Egidio invita a ricordare tutte le terre che nel nord e nel sud del mondo attendono la fine della guerra, fonte di sofferenza per tanti popoli e "madre" di tutte le povert�, e la fine del terrorismo, con un momento di incontro e di preghiera, con inizio alle 16.30, presso il giardino e la Chiesa di San Ferdinando in Montedomini (via dei Malcontenti 6). Viene promossa cos� una preghiera ecumenica per la pace, insieme agli esponenti delle chiese cristiane di Firenze: monsignor Timothy Verdon (per la Chiesa cattolica), la pastora Gianna Sciclone (Chiesa evangelica valdese), Theofilos Bazas per la Chiesa ortodossa. La preghiera sar� preceduta da alcune brevi testimonianze di anziani, immigrati e di altre realt� che disegnano il profilo di una pace possibile, anche di fronte all�ombra della temuta guerra con l�Iraq.

"La guerra � la madre di tutte le povert�, ma non � mai un destino inevitabile - dicono a Sant�Egidio - C�� bisogno di trovarsi insieme, nell�incontro e nella preghiera, per svelenire il clima vendicativo e rivendicativo che da tante parte si respira quando di fatto si invoca violenza per rispondere a violenza, dalla guerra alla pena di morte". L'iniziativa prender il nome di 'Pace in tutte le terre � Pacem in Terris', dal messaggio del Papa che fa riferimento alla celebre � quanto poco letta � enciclica del suo predecessore Giovanni XXIII.