Comunità di S.Egidio


 

02/01/2003


Dalle chiese un coro di no alla guerra

 

Ma gli scontri sono proprio inevitabili? Molti sentono il bisogno di trovarsi insieme per dire che c'� un'alternativa tutt'altro che aleatoria alle guerre. Ieri pomeriggio, presso la Chiesa di San Ferdinando in Montedomini, la Comunit� di Sant'Egidio ha promosso una preghiera ecumenica per la pace, insieme agli esponenti delle chiese cristiane di Firenze: Monsignor Timothy Verdon (Chiesa Cattolica), Henning Goeden (pastore Chiesa Luterana) e Theofilos Bazas (rappresentante Chiesa Ortodossa). La preghiera � stata preceduta da alcune brevi testimonianze di anziani, immigrati e di giovani che senza essere �anti� qualcuno o qualcosa non vedono nella guerra la risposta ai problemi sul tappeto in questa fase particolare della storia. Ne parlano alcuni dei protagonisti degli incontri interreligiosi promossi dalla Comunit� di Sant'Egidio, che hanno fatto tappa nel '95 a Firenze, per il meeting 'Terre e cieli di pace'. Mehmet Aydin, uno dei pi� autorevoli teologi musulmani, turco, sottolinea che il rischio � di parlare sulle civilt� per stereotipi. �Alcuni � rileva Andrea Riccardi, storico e iniziatore della Comunit� di Sant'Egidio � hanno insistito sull'ingenuit� del dialogo stesso, mentre hanno ripreso fiato diffidenze mai scomparse. Sarebbe pi� utile domandarsi cosa sarebbe il mondo se non ci fosse stato il dialogo�. �Libri come quello di Huntington sullo Scontro delle civilt� � spiega per parte sua Aydin � hanno un valore strategico normativo, che di fatto produce risultati deboli. Le civilt� non sono monolitiche e le generalizzazioni sono nocive alla comprensione della realt�. Un esempio? Dov'era l'eredit� giudeo-cristiana nell'Europa degli anni Trenta? Ci vogliono valutazioni empiriche. Tra queste: i governanti islamici fanno poco per stabilire lo stato di diritto ed � stato facile per loro colpevolizzare la popolazione ignorante e il mondo occidentale�. �Il Conflitto delle civilt� � evitabile � rilancia l'autorevole esponente della Santa Sede presso la sede Onu a Ginevra, Diarmuid Martin - Una guerra contro il terrorismo non potr� e non dovr� che essere a favore dello stato di diritto. Cos� non �. Si registra pi� di un'incoerenza nella politica internazionale� e riducendo ad un'immagine una popolazione articolata o oppressa, come quella irachena o afgana. Una guerra contro il terrorismo deve essere �per l'equa convivenza tra i popoli, non guardando al povero come potenziale terrorista ma come fratello�.