|
02/01/2003 |
|
|
|
Nei cortei �tradizionali� non � difficile, tutto sommato, fare un identikit dei manifestante. Ieri, alla marcia della pace, si sono invece viste persone con esperienze, idee, orientamenti politici assai diversi. Uomini e donne per nulla assimilabili, e non solo per il passaporto. Persone comunque unite dal �no� alla guerra. �Sono venuto - racconta Carlo Anzovini - perch� credo non si possa rimanere fermi di fronte a quello che sta per accadere nel mondo. Ho cinquantadue anni e, lo confesso, non mi � mai capitato di prendere parte ai cortei politici. Ma questa � una manifestazione diversa, alla quale non ho avuto dubbi a prendere parte�. Anche Paolo Rognoni la pensa allo stesso modo, pur partendo da esperienze diverse. �Sono andato, qualche settimana fa, a Firenze, al social forum europeo, e tante altre volte, nella mia vita, mi sono mosso per esprimere le mie convinzioni. Qui, accanto a me, in questa occasione sono convinto di aver marciato con persone che hanno idee molto diverse dalle mie, ma questo non vuol dire nulla. Ecco, il messaggio di questa giornata � proprio questo: far s� che salga un grido contro la guerra che coinvolga tutti e che non lasci indifferente chi pensa di poter decidere anche per gli altri�. Anche alcune suore di origine boliviana hanno preso parte alla marcia di ieri. �Il nostro Paese - racconta Carmen - non � tormentato dalla guerra ma � vittima della miseria e questo accade perch� imperano gli egoismi. Ecco, mi fa piacere che in questa giornata sia stato sottolineato che le guerre non si combattono solo con le armi�.
Marco Marchegiano
|