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02/01/2003 |
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Una Roma silenziosa e ancora intontita dai veglioni di fine anno ha assistito ieri mattina alla marcia della pace promossa dalla Comunit� di Sant'Egidio. Una sorta di piccola "Perugia-Assisi", un modo composto ma deciso per dire no alla guerra che incombe sul medioriente, come pure alle altre 39 dimenticate dai media e dalla comunit� internazionale. Oltre diecimila i partecipanti di molti movimenti e associazioni che hanno sfilato nel centro di Roma fino a piazza San Pietro per l'Angelus del Papa. Partenza dunque alle dieci da piazza della Chiesa Nuova e poi attraversato il Tevere, fino al colonnato del Bernini per ascoltare il messaggio di Giovanni Paolo II (di cui riferisce il servizio qui accanto, ndr). L'iniziativa di Sant'Egidio � stata raccolta da molte organizzazioni cattoliche - tra gli altri Acli, Agesci, Beati i Costruttori di Pace, Focsiv, Carismatici, Focolarini, Rinnovamento nello Spirito, come pure l'Unione superiore maggiori d'Italia e l'Unione Superiori Generali - dando vita a un corteo superiore a ogni aspettativa, il primo giorno dell'anno. A colorare la folla c'erano le bandiere arcobaleno pacifiste, in apertura di corteo la scritta �Pace in tutte le terre�, punteggiato da centinaia di cartelli che evocavano le 39 guerre ancora in corso in tutto il mondo e la parola �pace� in venti lingue diverse. Alcune centinaia di bambini precedevano lo striscione principale, ben visibili tantissimi immigrati, testimoni diretti di molti teatri di guerra. �C'� da chiedersi se la guerra, con le attuali capacit� distruttive - commentano i promotori - sia ancora da considerarsi uno strumento adeguato nell'arsenale delle risposte alle crisi internazionali e alla sfida del terrorismo. O se non sia un mezzo sproporzionatamente distruttivo, le cui conseguenze rischiano sempre di andare al di l� delle intenzioni, delle capacit� di controllo, e delle violazioni del diritto internazionale che si vogliono perseguire�. In contemporanea alla marcia a Roma la Comunit� ha promosso iniziative analoghe in oltre 100 citt� del mondo, in Italia e altri 42 paesi, alcuni dei quali attraversati da conflitti sanguinosi, dal Congo e dalla Costa d'Avorio, al Ruanda. Un saluto particolare, il Papa lo ha dedicato ai partecipanti alla marcia: �Il motto di questa iniziativa - ha esclamato il Papa - sia l'impegno di tutti i credenti�. Spiega Mario Giro della Comunit� di Sant'Egidio: �Il segreto � quello di aver fiducia nel dialogo, fiducia che quest'anno pi� volte � venuta meno. � assolutamente necessario porsi controcorrente in questo clima diffuso di sfiducia. Solo con il dialogo � possibile ricostruire il senso del convivere nel nostro mondo�.
Luca Liverani
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