Comunità di S.Egidio


 

02/01/2003


Laici e religiosi uniti contro la guerra
Un migliaio di persone alla marcia della comunit� di S. Egidio
Ripercorse le tappe nei luoghi della citt� bombardata Il vescovo ricorda la lezione della memoria

 

LIVORNO. Un Capodanno diverso, guidati dalla cometa della pace. Non sono poche mille persone in piazza nel primo giorno dell�anno. In un clima quasi irreale, con il centro deserto o gi� di l� delle quattro del pomeriggio, hanno attraversato silenziosamente un itinerario contrassegnato da tappe ideali importanti e da testimonianze vere, di persone non pi� giovani che hanno conosciuto l�orrore della guerra e di altre, ragazze e ragazzi, che incarnano la speranza di un futuro diverso, senza il pullulare di decine di conflitti in tutto il mondo. E� stata la Comunit� di Sant�Egidio a mettere tutto questo nelle piazze e nelle strade, a ricordare a tutti che il valore della pace non va rispolverato solo quando tutte le telecamere del mondo accendono i riflettori sui missili che cadono.

Ma anche davanti ai conflitti dimenticati, che mietono vittime innocenti giorno dopo giorno.

E allora questo Capodanno diverso ha visto marciare, fianco a fianco, fedeli e laici, cattolici ed ebrei, uomini di sinistra e esponenti delle forze di centro.

Un corteo composto da tante anime, con il vescovo Diego Coletti in testa, con i ragazzi delle parrocchie e dell�Agesci, con gli amministratori del Comune (gli assessori Alfio Baldi, Bruno Picchi e Roberto Pini, il presidente del Consiglio Davide Cecio, il presidente della Circoscrizione 5 Piero Tomei), con i dirigenti di partito (il segretario dei Ds cittadini Marco Filippi, il leader provinciale di Rifondazione Alessandro Trotta), con l�associazionismo praticamente al completo (il presidente dell�Arci Marco Solimano, ma anche i rappresentanti di Svs, Misericordia, Mani Tese, Pav, varie comunit� straniere).

La prima tappa in Via della Madonna, la strada caratterizzata dalla presenza di chiese di diverse confessioni, simbolo della Livorno laboratorio della convivenza e della coabitazione. La seconda sosta sul ponte degli Scali Saffi, davanti alle scuole Benci. Luoghi storici della citt�, che fanno venire alla mente i bombardamenti che colpirono Livorno sessant�anni fa, nel 1943.

La stessa cosa che � accaduta sugli Scali D�Azeglio, luogo della terza e ultima pausa del corteo, che nel frattempo ha continuato a ingrossare le sue fila: la strage del rifugio vicino � stata ricordata dalla voce tremante e emozionata di Cosetta Papini, bambina di sessant�anni fa come bambino di oggi � Jacopo, che aveva gridato a tutti la sua idea di pace pochi minuti prima, all�ombra del Mercato Centrale.

L�epilogo in un angolo di Piazza Grande, con il vescovo Coletti a ricordare, nel suo saluto, che �la pace si costruisce sulla memoria di quanto sia disumana la violenza e inutile la scommessa sul diritto del pi� forte� e ad esortare tutti �ad imparare ad essere uomini e donne di pace, ognuno secondo le proprie radici e le proprie speranze�.

Ma anche l�appassionato appello di Enio Mancini, direttore del Museo di Sant�Anna di Stazzema, cittadina versiliese teatro di un eccidio perpetrato dai nazisti, ha fatto sobbalzare i cuori di chi aveva deciso di fermarsi fino in fondo, sotto una scenografia sobria ma importante, composta dai colori dell�iride solcati dal volo di una colomba.

�Ho accettato l�invito della Comunit� di Sant�Egidio - ha detto Mancini - perch� � un dovere dire che le guerre portano stragi e vittime innocenti. Mai pi� Sant�Anna di Stazzema, mai pi� guerre�.

Dopo l�intervento di Lorenza Litrico della Comunit� di Sant�Egidio, l�accensione dei candelabri: fiaccole di pace, testimonianze di rifiuto della violenza.

Il vescovo, il rappresentante della Comunit� ebraica, i pastori delle chiese valdese e battista... uno dietro l�altro passano e ribadiscono, con quelle fiammelle, di essere l� per ribadire il valore della pace e il rifiuto della guerra, proprio nel giorno di Capodanno. Un Capo�danno diverso.

Luciano De Majo